I percorsi dell’anima: Vanessa Beecroft alla certosa di Padula Angelo Marra 18 Luglio 2017 News Thirteen Christ è il tableau vivant ideato e realizzato nel Refettorio della monumentale Certosa di Padula, patrimonio dell’Umanità Unesco, da Vanessa Beecroft per la performance VB82, prodotta da Art+Vibes in collaborazione con la Galleria Lia Rumma (Milano/Napoli), che ha inaugurato il 14 luglio 2017 Il Cammino delle Certose-I percorsi dell’anima, una delle più ambiziose proposte turistico-culturali messe in campo negli ultimi anni dall’Assessorato allo Sviluppo e Promozione del Turismo della Regione Campania, con il sostegno del Mibact attraverso la collaborazione scientifica del Polo Museale della Campania. Articolo di Angela Mallardo. Cortile Certosa di Padula “Il cammino delle Certose”, ispirato ai percorsi dell’anima nell’arte e nella spiritualità tra presente e passato, dal 14 luglio al 21 ottobre, metterà in relazione i tre complessi certosini della Campania, San Martino a Napoli, San Giacomo a Capri e San Lorenzo a Padula con un variegato programma di mostre, performance musicali e concerti realizzati in collaborazione con il Teatro San Carlo e con l’Accademia Musicale Napoletana. Le tre monumentali location e quello che rappresentano per l’identità della regione nel quadro storico plurisecolare che hanno attraversato, offriranno forma e sostanza al dialogo a-spaziale e atemporale che si verrà a creare tra le interpretazione storiche dei temi della meditazione, della violenza, della redenzione, del conflitto religioso con le contemporanee declinazioni di campi d’interesse quali l’ambiente naturale, il silenzio, l’impegno etico, il legame con il territorio. Fotogallery della Performance VB82 a cura di Angelo Marra I Tredici Cristi della performance inaugurale VB82, selezionati accuratamente da Vanessa Beecroft nei mesi scorsi e “che rappresentano l’umanizzazione di Gesù” come la stessa artista ci spiega, sono uomini di varie età, etnie e nazionalità, adagiati in varie posizioni su di un grande tavolo basso nel bellissimo Refettorio della Certosa, vestiti esclusivamente da una leggerissima tunica bianca che ne lascia intravedere la nudità. Ad essi, nella liturgia della performance che allo stesso tempo disvela e confuta il modus vivendi dei certosini, l’ordine monastico ascetico e contemplativo tra i più chiusi e inaccessibili della Chiesa Cattolica, convergono trecento co-protagonisti (trecento circa sono attualmente nel mondo i monaci che vivono nelle comunità Certosine n.d.r.), reclutati tra la popolazione di tutto il Vallo di Diano per sottolineare la volontà di imprinting locale e il senso dei valori dell’accoglienza e dell’ospitalità partecipata verso un evento molto rappresentativo nel panorama delle strategie politico-culturali attivate per attrarre visitatori nei cosiddetti siti minori. Una lunga processione di uomini, donne, bambini e ragazzi di bianco vestiti, si è fatta strada con la luce delle fiaccole partendo dall’esterno e penetrando sin nei meandri dei monumentali spazi di San Lorenzo, percorrendo il lungo porticato del Chiostro grande, la passeggiata dei monaci, passando per l’angusto chiostro a latere del Refettorio per lo spegnimento delle torce, fino a comporre in un metaforico abbraccio, una fitta cornice umana intorno al tavolo dei Thirteen Christ. “Non è stato facile comporre questo lavoro” ammette l’artista che nelle ore immediatamente precedenti l’evento ha avuto modo di ascoltare le storie degli abitanti del luogo e prendere atto della moltitudine di visitatori arrivati da tutta la regione, che si sono continuamente aggregati e dispersi come un corpo fluido negli enormi spazi della Certosa. Ma, a parte i tempi, dilatati rispetto al programma e qualche crepa nel coordinamento, tutto si è svolto in maniera armoniosa con particolare soddisfazione degli abitanti locali. Le foto e il video della perfomance saranno visitabili dal 29 luglio nella sala del Trono.