Luispak - Scuola Primaria JF Kennedy - foto di Benedetto BattipedeUrban Area – open spaces: Street art ed Educazione per crescere insieme Silvia Scardapane 4 Aprile 2015 News Urban Area – open spaces è un progetto interessante che richiede di essere seguito, ma soprattutto, veduto. Non è distinzione capziosa, perché Urban Area cerca di fondere insieme la teoria e la pratica: da una parte, lezioni rigorosamente lontane da una cattedra e, dall’altra, ovviamente, street art. Ho avuto modo di parlarne con Mirko Pierri, responsabile del progetto e componente di a.DNA Collective, un collettivo – come lo stesso Mirko ha spiegato – nato nel 2010 dalla passione di personalità diverse (studenti di arte e comunicazione, artisti e designer) caratterizzate, però, dalla medesima voglia di promuovere un’arte libera, indipendente e diretta, per coinvolgere gli spettatori, rendendoli attivi. Come è nato il progetto e cosa cercate di comunicare? Urban Area – open spaces è un progetto nato dalla nostra prima esperienza come collettivo indipendente per la riqualificazione e riattivazione, con interventi di arte urbana, di due teatri occupati di Roma: ex cine teatro Preneste (Pigneto) e teatro Volturno (zona Termini), in collaborazione con il Festival del Cinema Chiuso “OFF”. Durante i lavori al teatro Volturno, nel novembre 2013, abbiamo sperimentato un’iniziativa collaterale che aprisse gli spazi del teatro anche a gruppi organizzati e scolaresche, oltre ai numerosi turisti, che spontaneamente entravano ad ammirare le opere murali (di artisti come Sten&Lex, Borondo, James Cochran e Milu Correch). Con le prime visite guidate, rigorosamente a costo zero, di alcune classi del Liceo Scientifico A. Gallotta di Eboli (SA), nacque Open Spaces project, con il quale per la prima volta siamo riusciti a far attraversare e mettere in connessione uno spazio occupato con spazi più istituzionali come La Casa dell’Architettura di Roma per la –1 art gallery e Istituti Scolastici. Urban Area vuole comunicare la possibilità che ogni singolo individuo ha di trasformare il proprio quartiere e la propria città. Plasmare il luogo in cui si vive, significa prendersene cura e adattarlo alle proprie esigenze. Spesso questo sembra impossibile da attuare, ma in realtà è molto semplice, se lo si fa insieme e con la coscienza di avere una posizione influente nella propria comunità. Laboratorio 1 – foto di BeC il punto di vista Ad essere coinvolte nel progetto sono state quattro scuole della provincia di Salerno (Battipaglia: scuola primaria Stella, scuola Primaria J. F. Kennedy e la scuola A. Gatto. Campagna: Istituto Magistrale T. Confalonieri), i cui edifici, per l’occasione, sono diventati supporto per i lavori di quattro noti street artist. Gli artisti che hanno aderito finora sono quattro: El Nino De Las Pinturas (Granada – Spagna), Luispak (Battipaglia), Millo (Pescara) e il romano Mr. Klevra (il lavoro di quest’ultimo, sulle pareti esterne dell’Istituto Magistrale di Campagna, è stato purtroppo rinviato a causa del maltempo nel mese di maggio). Ogni artista è stato precedentemente informato sul contesto con cui si sarebbe confrontato e con notizie storiche e attuali riguardo la città o il quartiere che avrebbe ospitato il murale. Per dare un senso a questo lavoro abbiamo scelto artisti che già seguivamo da tempo e che sapevamo sarebbero stati sensibili agli input che avremmo dato loro. I soggetti o i temi espressi, sono stati semplicemente il risultato di un dialogo tra l’associazione e l’artista e, di conseguenza, tra l’artista e il luogo proposto per il suo lavoro. Così El Nino De Las Pinturas ha raffigurato un bambino mentre legge un libro di astronomia, con lo sguardo rivolto all’orizzonte, seduto su una pila di libri e incorniciato dalla scritta emblematica “Quanto più conosco, più grande si fa il mio mondo”. Luispak, artista locale e conosciuto a livello nazionale nell’ambito dei graffiti, ha raffigurato un bambino che cavalca un uccello, abbattendo il muro della scuola e mettendo in connessione il mondo reale con quello della fantasia. Millo, invece, ha sfruttato perfettamente la struttura architettonica che costituisce la parete da lui dipinta. Ha ricreato un’enorme finestra dalla quale tre personaggi scrutano timidi, quasi sospettosi, il mondo fuori, mentre il quarto personaggio, centrale, si sporge con le mani attaccate al vetro, curioso e sorpreso allo stesso tempo. Due dettagli spiazzano e destabilizzano la struttura concettuale dell’opera: la maniglia della finestra rivolta verso l’osservatore e tutto il reticolo di palazzi e strade dipinti nello stile personalissimo dell’artista. Millo – Scuola Alfonso Gatto – Battipaglia Parliamo della teoria e della pratica: come avviene questo connubio? Le lezioni, senza cattedra e senza aule, sono il punto di arrivo di un lungo percorso che abbiamo cercato di intraprendere da alcuni anni e sono il modo più diretto con il quale abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare. Il primo giorno di ogni laboratorio cerchiamo di dare ai partecipanti un quadro generale sul livello storico e ideologico degli sviluppi del graffitismo dall’inizio degli anni ’70 ad oggi. Parallelamente, spieghiamo come sono nate le diverse tecniche che hanno portato all’uso dello stencil, del poster, dello sticker (adesivo) e all’utilizzo di materiali diversi: dalla classica bomboletta spray, alle vernici a rullo e al pennello. Quindi, partendo dai graffiti, mostriamo il percorso da cui è nato il movimento globale della street art illegale e quello attuale del muralismo legale, riferendoci ai numerosi progetti di arte pubblica o festival di arte urbana presenti in tutto il mondo. Dal secondo giorno, di solito, inizia la parte pratica del laboratorio, con la quale usciamo dalle aule. El Nino De Las Pinturas – Scuola Primaria Stella (Battipaglia) – foto di Benedetto Battipede Quanto, come e perché, crediate sia importante il contatto tra la scuola e la street art? Per noi stare a contatto con i ragazzi delle scuole che hanno aderito al progetto è stata un’esperienza unica che ci ha spinto a continuare. In questi giorni, infatti, stiamo lavorando a Ostia, quartiere periferico della città di Roma. Siamo stati soprattutto noi a imparare da loro, seguendo le linee guida fissate prima di iniziare, ma allo stesso tempo sperimentando e lasciando molta libertà d’azione. Siamo riusciti a guardare con occhi diversi l’arte urbana con le sue declinazioni e, contemporaneamente, i ragazzi hanno appreso una cultura diversa da quella trasmessa dai libri, sia sul piano storico e teorico, quanto pratico. Hanno lavorato insieme con un obiettivo comune; hanno imparato a prendersi cura della propria scuola e di conseguenza hanno capito di poter plasmare il proprio mondo, iniziando dal proprio quartiere. Ora con la street art o l’arte urbana, conoscono un modo in più con cui farlo. Per noi l’arte urbana è solo il punto di partenza, un’arma dalla forte connotazione comunicativa, semplice e diretta: è uno spunto per far riflettere sulle interazioni che è possibile attuare con la propria comunità. In futuro i ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa, formuleranno forse altre modalità di riappropriazione dei propri spazi, oppure semplicemente avranno un approccio diverso con i luoghi che attraverseranno quotidianamente. Al momento, per correlare il progetto di Ostia, è stata inaugurata una doppia esposizione di Omino71 e Mr. Klevra, intitolata PO PO LO (santi – animali – supereroi), che sarà possibile visitare fino al prossimo 10 aprile presso il Teatro del Lido di Ostia (via delle Sirene 22). Per contatti e approfondimenti a.DNA email: adna.collective@gmail.com website www.adnaproject.com Fb: https://www.facebook.com/a.DNAproject Tw/Insta: @a_dna_project URBAN AREA website www.urbanarea.eu Fb: https://www.facebook.com/urbanareadna