Un’opera per il castello: giovani artisti per il museo del novecento di Napoli Chiara Reale 12 Ottobre 2014 News Il concorso Un’opera per il castello, rivolto ai giovani artisti residenti in Italia, è giunta quest’anno alla sua terza edizione. Grande novità è stata la vittoria ex aequo di Gian Maria Tosatti con My dreams, they’ll never surrender e del collettivo italo-francese – composto da Giulia Beretta, Francesca Borrelli, Francesco Cianciulli, Romain Conduzorgues, Baptiste Furic, Silvia Lacatena, Jule Messau e Carolina Rossi – con Le Jardin, i cui lavori sono stati scelti fra oltre 200 opere da una giuria composta da personaggi di spicco nel panorama dei professionisti del settore: Fabrizio Vona, Angela Tecce, Maria Grazia Bellisario, Maria Vittoria Marini Clarelli, Alfonso Artiaco, Ornella Corradini, Katia Fiorentino, Rosalba Garuzzo, Ludovico Pratesi, Aurora Spinosa e Andrea Viliani. My dreams, they’ll never surrender è un immenso campo di grano illuminato da un disco dorato. Niente di strano se non fosse che è ubicato nelle profondità della cisterna di Castel Sant’Elmo, ricoprendo un’area di circa 1 km quadrato. Il campo di grano, simbolo di massima libertà e vita, riempie le mura di un luogo che è stato, fra l’altro, anche un carcere. Il messaggio è tanto chiaro quanto d’impatto per lo spettatore che ammira l’opera dall’alto, attraverso la finestra che, dagli ambulacri, affaccia sulla cisterna: i grandi sogni e ideali non hanno mura che possano contenerli e si espandono oltre le barriere fisiche. Le Jardine è un progetto portato avanti con tenacia e grande senso di cooperazione da un collettivo italo-francese di architetti e artisti. Un piccolo spazio delimitato dalle mura di cinta di un antico corpo di guardia e adibito a “giardino segreto”, in cui è stata creata una scala d’accesso e arredi interni. Come scrivono gli autori che hanno realizzato l’opera “La percezione de Le Jardine avviene attraverso il corpo e l’esperienza che il corpo fa dell’opera: è solo percorrendo la scala e abitando il giardino che lo si comprende e interiorizza”.