Rinedda, segni grafici e metalli per la terza dimensione Manlio Converti 22 Settembre 2014 News Essere giovani e liberi, viaggiare verso altri mondi, anche restando dentro la propria mente, esplorare l’assurdità dell’esistenza attraverso i segni grafici o i metalli che li elaborano nella terza dimensione. Rinedda è tutto questo e forse anche per questo è opportuno cercare la sua mostra che presenta, distesa e accessibile a bambini e disabili, come richiesto da ContaminArte e I Ragazzi della Barca di Carta, che lo hanno ospitato ogni Sabato e Domenica scorsi, in occasione del bike festival di Napoli, presso il Cubo d’Oro nella Mostra d’Oltremare. I segni a matita creano un universo alternativo omogeneo, dove i corpi o le strutture corrispondono al movimento intenzionale o al desiderio, come all’inconscio o all’inevitabile, che generalmente manteniamo sotto la maschera del quotidiano o, peggio, modifichiamo e alteriamo, vivendoci una realtà ipocrita o in full HD. I colori sono spesso quelli semplici come i belletti delle dame, ma giocati interamente su livelli psicologici continuamente diversi, oppure sono solo ombre nere, dove si nascondono i sentimenti peggiori o quelli più complessi che ci torturano o che individuano il personaggio o l’elemento caratterizzato. L’arte del fumetto si confonde con le sue opere, che spesso ricordano Paz il mitico Andrea Pazienza, ma restano astratte, a differenza delle opere del giovane bolognese che era vissuto in un’epoca altamente politicizzata. http://www.rinedda.it/