Redemption: i conflitti di luci e ombre di Salvino Campos alla Casa Rossa di Anacapri Giovanni Cardone 24 Settembre 2014 News Nelle suggestive sale espositive del Museo della Casa Rossa di Anacapri, si è inaugurata la mostra personale di Salvino Campos Redemption. L’esposizione è stata organizzata dall’Associazione Culturale ARTEAS e promossa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per Napoli e Provincia, con il patrocinio dell’IVB – Instituto Vital Brazil di Rio de Janeiro – e della Universidade do Estado do Rio de Janeiro. Guadando la mostra, ti accorgi che è un viaggio fatto da immagini in bianco e nero che si snodano tra differenti scenari in bilico tra presa di coscienza della propria condizione personale e desiderio di “redenzione”, tra la “fuga dall’oscurità” e la “ricerca della luce”. Immagini in cui vengono rappresentati diversi modi di appartenenza in diverse manifestazioni e in diversi contesti sociali e culturali. Salvino Campos raffigura un racconto di un realismo puro con figure che assumono i contorni di presenze raffigurate dalla narrazione che è propria del suo registro creativo, maestro del bianco e del nero. Ha la capacità di saper unire la percezione visiva, seguendo un proprio istinto sensoriale; le sue opere cercano di narrare la religiosità attraverso la realtà, ma facendola divenire onirica, anzi mitologica e per alcuni tratti trasgressiva. Scrive Mario Franco: “Con un termine che indica redenzione, ma anche riscatto o restauro, Redemption si chiama anche un recente film di Steven Knight (2013) che in Italia è stato presentato con il titolo Identità nascoste. E, con una certa libertà, proprio alle diverse “identità” culturali e religiose possiamo ricondurre le fotografie di Campos e al desiderio di individuare nei contrasti tra il bianco e il nero la “redenzione”, il “riscatto” della condizione umana nella sua ansia di elevarsi verso la spiritualità.” “Ho lavorato soprattutto sull’antitesi luce / ombra” dice l’artista “ e mi sono lasciato ispirare dalla luce”. In questo conflitto tra luce e ombra vi è un sentimento trascendentale, dove le immagini sono rappresentate in un divenire osmotico, che potrebbe essere quello che faticosamente e dolorosamente spinge alla luce un’esistenza agonizzante, nella quale si consuma e si estingue l’ultimo anelito vitale: un divenire scandito, agli estremi del suo ciclo, da due suoni, quello del grido che saluta la vita, incontrarla per la prima volta all’alba dell’esistenza, e quello del gemito dell’ultimo commiato al tramonto di essa. Alba e tramonto, vita e morte, amore e odio. Come nel caso delle foto che accostano il “Cimitero delle Fontanelle” ai macabri resti di “Birkenau, Auschwitz”. C’è un che di onirico e di surrealista nelle opere di questo artista brasiliano che si intenerisce sui corpi segnati dal tempo e dagli eventi, o sui corpi infantili, ricchi di improbabile futuro, o ancora sui corpi modificati nelle acconciature tribali o rituali, nelle feste di varie religioni, trionfanti o piegati sul “muro del pianto” Salvino Campos si richiama alla sacralità della vita. bio Salvino Campos è nato nel 1970, a Quartel Geral, nello stato di Minas Gerais del Brasile. Nel 1992 si trasferisce a Porto Alegre dove inizia l’attività professionale ed espone per la prima volta nel 1995. Nello stesso anno si trasferisce quindi a Brasilia. Lavora come assistente nel campo della pubblicità e della moda, maturando e acquisendo la possibilità di sperimentare e adottare particolari modalità di lavoro, quali lo studio della luce e l’utilizzo dei grandi formati. Dal 2000 Campos si trasferisce a Napoli, che diventa la sua città di adozione e lo spartiacque della sua carriera artistica. Seguendo l’ affermazione di Henri Cartier-Bresson, “la fotografia è un modo per comprendere”, Campos è alla continua ricerca di una sintesi espressiva tra arte e riflessione politico-sociale, dando vita a un percorso originale secondo una struttura flessibile che si presta ad affrontare temi e linguaggi diversi: dallo studio di volti, corpi, personaggi, a quello di epoche storiche, come il barocco, fino al paesaggio affrontato nella sua valenza simbolica, per cui la ripresa fotografica diventa soprattutto una questione di ambienti, spazi ed evocazioni. Vive e lavora fra Napoli e Rio de Janeiro. info mostra Redemption Museo della Casa Rossa, Via G. Orlandi 78 – Anacapri (Napoli) Dal 20 settembre al 12 ottobre 2014 Dal martedì alla domenica: h 10.00-13.30 / 17.30-20.00 | lunedì: chiuso www.arteas.org arteas2007@libero.it