Comincerò quest’articolo con lo scrivere che non ho mai vista una mostra così. PROPORTIO, attualmente a Palazzo Fortuny di Venezia, non è l’esempio di come allestire una mostra d’arte contemporanea in una dimora storica, ma piuttosto l’esempio di come su alcuni temi non esista alcun tipo di cesura tra antico e contemporaneo. La mostra si focalizza su un tema universale, dibattuto ma non scontato: la proporzione.
L’equilibrio, l’armonia in tutte le cose, negli spazi, nelle immagini, nelle parole, ponte di mezzo tra il caos e l’ordine. La curatela è affidata alla Fondazione Axel&MayVervoordt, nata nel 2008 dalla coppia di coniugi di origine belga, con Daniela Ferretti, direttrice del Palazzo Fortuny.

PROPORTIO - Antonio CANOVA (1757-1822) Paris, 1807 Plaster cast 201 x 105 cm Fondazione Musei Civici di Venezia 2015 © Archivio Fotografico Fondazione Musei Civici di Venezia

Antonio CANOVA – Paris, 1807 – Plaster cast 201 x 105 cm
Fondazione Musei Civici di Venezia – 2015 © Archivio Fotografico Fondazione Musei Civici di Venezia

 

Ci sono voluti circa 4 anni per preparare la mostra che si presenta ben strutturata, complessa e compatta. Siamo accolti da una prima forma di proporzione realizzata attraverso i padiglioni di Tatsuro Miki e Axel Vervoordt. Il visitatore entra in questi ambienti in paglia e materiali naturali, progettati secondo specifiche misurazioni – come la radice quadrata di 2, il quadrato, la sezione aurea. Dopo la mostra potranno essere destinati ad altri usi. Anche questo è proporzione, il riutilizzo che evita lo spreco.

PROPORTIO - Richard MEIER (°1934) Model for East River Master Plan Project New York, 2004–2012 Basswood, Scale 1:1000 (4 x) 30 x 15 x 35,5 cm © Richard Meier & Partners Architects LLP

Richard MEIER (°1934) – Model for East River Master Plan Project – New York, 2004–2012
Basswood, Scale 1:1000 (4 x) 30 x 15 x 35,5 cm © Richard Meier & Partners Architects LLP

Il gioco dei rimandi tra antico e presente è ripreso anche dall’accattivante video di Francesco Jodice che in “Atlante” riprende da vicino la splendida e omonima statua presente al Museo Archeologico di Napoli appartenente alla Collezione Farnese, intervallandola a spezzoni di film in bianco e nero con alcune domande alla “Aspettando Godot”. Dopo aver perso l’orientamento attraversando l’opera di Shuji Mukai (certa che i visitatori non avrebbero rinunciato a qualche selfie) saliamo al piano superiore. C’è una scultura uomo di Anthony Gormley ad attenderci. Non è solo sul perenne stato di attesa in cui sembrano versare le sculture di Gormley, ma l’attenzione cade subito sulla proporzione nella figura umana che tanto è stata dibattuta da Leonardo e da Vitruvio.

Shuji Mukai (1940, Kobe)Space of Signs Selfie Studio2015

Shuji Mukai – Space of Signs Selfie Studio 2015

Accanto una costellazione di Anself Keifer, con quel senso cosmico cui ormai il grande artista tedesco ci ha abituati. Ancora un passo e si entra nel fulcro della mostra, lo studio di Mariano Fortuny. Qui si completa, a mio avviso, il senso dell’operazione PROPORTIO. Un ambiente stretto e lungo, grande, eppure intimo, le luci si fanno soffuse, la Wunderkammern si impossessa del visitatore. Come dei fili di una stressa trama, il tessuto PROPORTIO presenta oggetti storici, libri, plastici, tele, perfettamente integrati alle installazioni di Mario Merz con i numeri della serie di Fibonacci adeguatamente camuffati nelle travi di legno, un’opera di Carla Accardi al di sopra della porta, opere di arte ottica, schizzi, mappamondi, attrezzature sceniche.

Izhar Patkin (1955, Haifa) - Hare Apparent 2015

Izhar Patkin (1955, Haifa) – Hare Apparent 2015

L’occhio non smette di guardare e di soffermarsi sui dettagli, proprio perché la sua capacità di discernere l’appartenenza storica è limitata, offuscata. Lo spirito di Mariano Fortuny regna nella sala. Lui, che acquistò dapprima lo studiolo e poi progressivamente tutto il palazzo, nasceva come intellettuale, ma fu soprattutto uno studioso di luci di scena e scenografo. Genio, maestro.
Possiamo tirare un sospiro di sollievo, la mostra ci ha convinti. Non accade tanto spesso. Dopo aver visto poi la sala bianca con Anish Kapoor e una scultura di Giacometti, avendo vissuto la magia che l’artista britannico realizza con i suoi pigmenti sulla superficie, siamo ancora più stregati. Questo racconto finisce qui, ma ancora altri due piani attendono il visitatore. Di nuovo bianco e ariosità e poi su in alto, l’altalena di Maaria Wirkkalacon un bicchiere mezzo pieno, mezzo vuoto o vuoto. Un oscillare in cui filosoficamente ci perdiamo sorridendo.

Pieter W. VAN DER STOCK (1599-1678) and Willem C. DUYSTER (ca. 1592-after 1650) Elegant Figures in a Classical Colonnaded Gallery, 1632 Oil on canvas 101 x 152 cm Courtesy Rafael Valls ltd, London

Pieter W. VAN DER STOCK (1599-1678) and Willem C. DUYSTER (ca. 1592-after 1650)
Elegant Figures in a Classical Colonnaded Gallery, 1632 Oil on canvas – Courtesy Rafael Valls ltd, London

elenco degli artisti partecipanti

Marina Abramovic, Carla Accardi, Josef Albers, Carl Andre, Rodolfo Aricò, Ida Barbarigo, Massimo Bartolini, Domenico Bianchi, Cristiano Bianchin, Alberto Biasi, Bae Bien-U, Alighiero Boetti, Otto Boll, Agostino Bonalumi, Michael Borremans, Sandro Botticelli, Lucia Bru, Markus Brunetti, Jean-Marie Bytebier, Pierpaolo Calzolari, Francesco Candeloro, Antonio Canova, Vincenzo Castella, Eduardo Chillida, Chang-Sup Chung, Niccolò Codazzi, Viviano Codazzi, Gianni Colombo, Dadamaino, Hanne Darboven, Berlinde De Bruyckere, Raoul De Keyser, Riccardo De Marchi, Marta Dell’Angelo, Gabriele Devecchi, Maurizio Donzelli, Jan Dries, Arthur Duff, Luciano Fabro, Philippe Favier, Giorgia Fiorio, Henri Foucault, Anne-Karin Furunes, Alberto Giacometti, Ando Gilardi, Fernanda Gomes, Antony Gormley, Kees Goudzwaard, Gotthard Graubner, Aldo Grazzi, Franco Guerzoni, Chong Hyun Ha, Erwin Heerich, Samantha Holmes, Sadaharu Horio, Akiko Horio, Ryoji Ikeda, Norio Imai, Robert Indiana, Ann Veronica Janssens, Francesco Jodice, Ilya et Emilia Kabakov, Anish Kapoor, Ellsworth Kelly, William Kentridge, Anselm Kiefer, Kimsooja, Harry Kivijärvi, Susan Kleinberg, Wolfgang Laib, Edoardo Landi, Le Corbusier, Sol Lewitt, Richard Long, Nino Longobardi, Heinz Mack, Brice Marden, Agnes Martin, Christian Megert, Richard Meier, Fausto Melotti, Marisa Merz, Mario Merz, Amedeo Modigliani, Giorgio Morandi, François Morellet, Shuji Mukai, Rei Naito, Yuko Nasaka, Shirin Neshat, Louise Nevelson, Ben Nicholson, Renato Nicolodi, Mario Nigro, Gioberto Noro, Hans Op de Beeck, Marie Orensanz, Mimmo Paladino, Pablo Palazuelo, Izhar Patkin, Masaomi Raku, Kurt Ralske, Robert Ryman, Lucio Saffaro, Fred Sandback, Giuseppe Santomaso, Tomás Saraceno, MariaTeresa Sartori, Stéphane Sautour, Nobuo Sekine, Conrad Shawcross, Yasuhiro Shimakawa, Kazuo Shiraga, Gabriel Sierra, David Simpson, Bosco Sodi, Ettore Spalletti, Dominique Stroobant, Takis, Antoni Tàpies, Marco Tirelli, Gunther Uecker, Camiel Van Breedam, Koen Van den Broek, Dom Hans Van der Laan, Koen Vanmechelen, Grazia Varisco, Victor Vasarely, Jef Verheyen, Nanda Vigo, Bill Viola, Rachel Whiteread, Maaria Wirkkala, Hyong-Keun Yun, Gianfranco Zappettini, Raphaël Zarka

MARINA ABRAMOVIC (°1946) Diecimila stelle Ten thousand stars 2015 installazione sonora / sound installation Courtesy of the artist and Axel Vervoordt Gallery

MARINA ABRAMOVIC – Diecimila stelle – 2015
installazione sonora / Courtesy of the artist and Axel Vervoordt Gallery

info mostra

PROPORTIO
9 maggio – 22 novembre 2015
Palazzo Fortuny, San Marco 3958-San Beneto, Venezia

Prezzo intero: 12€
Ridotto: 9€
Scuole: 6€

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