Progetto Kima inaugura More Dance Studios a Caserta, madrina d’eccezione Carla Fracci Angelo Marra 11 Ottobre 2014 News Agli albori del terzo millennio l’Arte contemporanea si trova a dover sperimentare nuovi sistemi e nuovi contesti di collocazione culturale, e sempre più spesso emigra dai luoghi deputati, si affranca dalle gallerie e dai musei per andare incontro a un pubblico altro, insinuandosi in un tessuto sociale sempre più incline alla commistione esperienziale. Una sorta di ri-evangelizzazione culturale che, muovendo dalla ricerca di efficacia e di aderenza alla complessità contemporanea, va a contaminare gli spazi più insoliti delle attività quotidiane, come può essere un laboratorio coreutico. È quanto è accaduto la sera del 7 ottobre, grazie al progetto KIMA A Site-Specific Performance, fortemente voluto da Rossella Rocciola con la direzione artistica del gallerista Nicola Pedana, presso la nuova sede dei More Dance Studios a Caserta, tenuti a battesimo da una affascinante Carla Fracci, la signora della danza classica mondiale, accompagnata dal marito Beppe Menegatti. Le opere di sette importanti artisti del panorama nazionale, hanno invaso spazi solitamente abitati da corpi che disegnano movimenti, in una mostra, curata da Vittorio Sgarbi, che ha avuto il valore di un passo di danza, perché nel limite temporale di una sola serata di esposizione ha espresso tutto il suo senso di appuntamento irrinunciabile. Sette artisti, diversi per provenienza, per ambiti di ricerca, per stile e formazione ma uniti dal comune omaggio fatto alla più antica delle arti: la danza. Vanni Cuoghi, pittore e scenografo, ne ha dato una visione romantica e teatrale con le sue eleganti e chirurgiche sollecitazioni prospettiche, dove l’elemento antropico non soffoca mai quello naturale. Umberto Ciceri, l’artista illusionista, alla maniera di Duchamp, deforma le foto-scomposizioni con lenti perpendicolari e chiaro- scuri che donano motilità alle immagini. Marco Lodola artefice di statue luminose composte di sagome in plexiglass percorse da tubi di luci al neon o cromaticamente uniformi che fissano passi di tango, rock and roll, disco o classic dance. Chiara Coccorese, con la sua vigorosa pittura, ha dato vita a una sequenza di figure rosse su campo blu, proprio come La dance di Matisse, riprodotta poi in sala da una coppia di ballerini colorati totalmente di rosso, emblema di quella energia che, attraverso i corpi in movimento, circola nella vita dell’uomo e nell’universo. Gianluca Capozzi contagia pittura, fotografia e disegno con un risultato sorprendente e accattivante per gli evidenti echi dei movimenti artistici del Novecento. Francesco La Molfetta, nome d’arte Demo, ironico scultore di opere dal simbolismo accentuato dalla cura dei particolari. Acuto indagatore delle manie dell’uomo moderno, con le sue opere tratta ogni sorta di tematica trasformandola in esercizio ludico. Francesco Verdi è un convinto assertore del ritorno alla figurazione come forma di riscoperta del gusto e dei valori della bellezza, con il suo Notturno, tratto dalla serie Pelle di Luna, dipinge le anime che hanno lasciato questa terra e perciò conoscono i segreti dell’esistenza, utilizzando lo struscio, una tecnica pittorica sperimentale. Guarda la fotogallery dell’evento Articolo di Angela Mallardo e foto di Angelo Marra