Conosco Giovanni Manzo per una collettiva a Castel dell’Ovo, o meglio conosco le sue opere a colori o in toni di grigio che ci fanno entrare nella magia del cuore di Napoli, al Pan la sua personale si completa di sguardi su altre città non meno interessanti e confuse, in cui i suoi tratti larghi e preziosi ci permettono di entrare e uscire non solo dai dettagli ma anche dalla vita reale e dall’estetica delle architetture, che diventano assolute in queste fotografie. Ci sono due punti curiosi intorno ai quali non smetto di girare. Intanto la scelta di chiamare Impressionismo questa tecnica pittorica che, segue si alcuni tratti d’ispirazione impressionista ma che è anche decisamente espressionista, che piaccia o meno all’autore che piuttosto che proporci sperimentazioni sulla pittura en plein air e i cambiamenti di luce – come farebbe un moderno Monet – ha voluto invece proprio proporci il lato emotivo della realtà grazie ai contrasti di colore, che ci raccontano soprattutto il suo sguardo d’artista. Questi pixel larghi, in una sala diventano autonomi e si spingono verso l’astrattismo, una storia diversa ma possibile, però incompatibile con l’altro punto: la necessità quasi erotica di ritrarre motorini e vespe, sui quali anche chi osserva riesce a viaggiare in questo mondo parallelo, che poi è lo stesso nel quale viviamo tutti i giorni. info mostra Sale del secondo piano, del Pan|Palazzo delle Arti di Napoli, Via dei Mille, 60 Fino 20 novembre 2014 ingresso gratuito Per info: ufficiostampagiovannimanzoarte@fastwebnet.it www.giovannimanzo.com www.giovannimanzoarte.com