Per fare un corto – Secondo giorno – le idee prendono forma Da neofita, la cosa che ppare più strana, è che un film sia in realtà girato in modo completamente diverso da come noi lo vediamo alla fine. Creare un film è come scolpire una per una tutte le tessere di un mosaico: queste, prive di una logica se prese singolarmente, avranno senso solo quando verranno unite le une con le altre, nella giusta posizione. Arrivo in Accademia in terribile ritardo e incontro Mary con i suoi inseparabili pennarelli, già a lavoro. Si sta girando la “scena del bagno”, ossia il primo vero e proprio approccio fra i due protagonisti (che nel film si sono già visti in un paio di scene non ancora girate). Nel bagno del primo piano dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, vi sono stipate almeno una decina di persone anche se, grazie alla sapiente angolatura scelta dalla regia per la ripresa, sembrerà che non ci sia nessun altro fuorché i due protagonisti. Penso a quanto debba essere difficile girare una scena di forte intimità come questa, in cui l’attenzione deve essere totalmente concentrata su di un’unica persona, mentre tutto intorno è una possibile distrazione. Eppure Salvatore Cantalupo e Dafne Rapuano, i due protagonisti del film, sono bravissimi a farti dimenticare il “contorno”: Lo stampatore alza gli occhi dal lavabo, un solo passo in direzione della modella e uno sguardo che significa più di mille parole. Una mano tesa da cui Dafne si ritrae, con un impercettibile cenno del capo. L’azione rapisce tutti, il silenzio è assoluto. La magia cessa allo stop del regista. Lo Stampatore è nuovamente Salvatore, la modella torna ad essere Dafne. Il tempo passa veloce: sarà per la tensione che cresce ciak dopo ciak. Arriva la pausa pranzo e con essa un sospiro di sollievo. I ragazzi si rilassano in cortile e io colgo l’occasione per rubare a Stefano dieci minuti e fare due chiacchiere. Questo è per i ragazzi un momento didattico importante – dice Stefano – il progetto è interamente gestito da loro, il che li responsabilizza e offre un’occasione importante per acquisire dimestichezza con attrezzature che conoscerebbero altrimenti solo attraverso i libri di testo. Noi docenti abbiamo un ruolo di supporto: spieghiamo, quando necessario, cosa facciamo e perché. L’esperienza pratica è purtroppo sempre troppo poca. Di questo è cosciente il direttore dell’Accademia (Aurora Spinosa, ndr) e tutto il corpo docente che hanno quindi, fin dal primo anno, appoggiato il progetto con entusiasmo (Questo è il terzo anno che la produzione di un corto chiude il corso di cinematografia, ndr). Ringrazio Stefano e prendo commiato da lui e dai ragazzi. Stasera tornerò a casa distrutta, le persone con cui ho trascorso la mattinata altrettanto. Tra pochi minuti dovranno smontare tutto per poi rimontare tutto in un altro luogo, per un’altra scena. Un pomeriggio di lavoro per cinque minuti di girato. Sorrido dando una scorsa alla mia agenda affollata. Mal comune mezzo gaudio. credits foto di Alessandra Bonolis disegni di Mary Cinque