O disse A: un’opera teatrale “di periferia” per i sofferenti psichici Manlio Converti 5 Giugno 2015 News Grazie al Tom Tom trovo la Biblioteca Comunale di Giugliano, dove stasera va in scena O DISSE A, per la regia di Gennaro Capasso. Esperienza liberatoria, qualche battuta omofoba e misogina, maledizioni per i maschi libertini e cattiverie tra “capere”, condiscono la trama. Il pubblico non si tiene, adulti come bambini, d’altra parte. In scena nessuno è professionista, però tengono botta e l’unica cosa che disturba veramente sono i continui applausi ad ogni ingresso, che impediscono di ascoltare le battute, che vengono puntualmente ripetute. Quanti siamo… Potevamo essere di più, se non ci si vergognasse dei sofferenti psichici oppure è il teatro, obiettivamente colto e a sfondo maieutico, più che moralista, a spaventare tutti. Il gioco istituzionale potrebbe essere ripetuto altrove, sperano in molti, a patto che l’entusiasmo superi l’oggettività. I ragazzi dell’Istituto Fermi di Aversa e i pazienti delle SIR di Giugliano ringraziano e si aspettano di essere invitati altrove, magari da voi per rappresentare questo loro viaggio nella relazione. Un plauso particolare va alla protagonista, Enza Ricciardi, cercatela, ha lavorato con Fellini…