Continua il “viaggio” di RACNA tra gli stand di ArteFiera 2015, dopo lo speciale sulla fotografia un interessante approfondimento sulle “Nuove Tendenze” dell’arte italiana.

Articolo a cura di Marcello Francolini

Si è conclusa da pochi giorni la trentanovesima edizione dell’Arte Fiera di Bologna, caratterizzata anche dalla presenza di tendenze nuove, ma ciò che più invade lo sguardo sono le opere cosiddette cinetiche, optical, programmate, le Nuove Tendenze, quel fenomeno che si diffuse tra la metà degli anni Cinquanta e la fine dei Sessanta con l’intento di costruire uno “stile europeo”. Lo testimonia la presenza delle opere di Bonalumi, Gianni Colombo, Dadamaino, Varisco, Turi Simeti, Alviani, Chiggio,Massironi, Biasi, Landi, Scheggi, accanto ai protagonisti di sempre come Fontana, Manzoni, Castellani, Burri. Tutti lì, nel cuore della fiera, nella Main Selection, dove oltre 40 gallerie hanno esposto più di 200 artisti italiani contemporanei.

Courtesy 10 AM Art di Milano_ interno dello stand con l'opera di Marina Apollonio

Courtesy 10 AM Art di Milano_ interno dello stand con l’opera di Marina Apollonio

Il Padiglione 26 è quello più ricco di Arte Programmata: ce ne accorgiamo all’ingresso dove la galleria Matteo Lampertico ci offre uno spaccato interessante degli anni Cinquanta e Sessanta, dove è possibile seguirne l’evoluzione: dal taglio di Fontana, all’attivazione vibratile della superficie di Castellani e Bonalumi, fino alle impressioni di energia delle forme dinamiche dei gruppi programmati. Proseguendo, troviamo altre tracce disseminate tra i padiglioni, come le opere di Dadamaino dello Studio Guastalla, da Cortesi Gallery si possono vedere invece Grazia Varisco con l’opera Scotchature, ma anche Morellet del GRAV, Paolo Scheggi e Ettore Spalletti. Nel cuore del Padiglione, dallo Stand A44 allo stand A66, c’è il tripudio dei Programmati con le presenze in egual misura dei rappresentanti del Gruppo T e del Gruppo N, che forniscono una rara visione di insieme che manca finanche nel Museo del Novecento a Milano, dove i padovani di N sono assenti. Tra questi stand, è presente anche Dep Art che l’anno scorso aveva presentato Biasi in Solo Show. Ci siamo fermati poi a parlare con Michael Biasi della MAAB Gallery che da alcuni anni porta avanti anche un discorso storiografico con la presentazione dell’Archivio Enne: “Siamo contenti di questa presenza massiccia all’Arte Fiera, ma l’interesse verso questa tendenza italiana sembra essere ancora una volta un inseguimento al collezionismo straniero. Nei primi due giorni della Fiera, abbiamo venduto molte opere, ma ancora una volta a gallerie dell’Olanda, degli Stati Uniti e della Germania. In quest’ultima, ad esempio, il gruppo Zero è stato valutato già da anni, mentre in Italia solo adesso ci accorgiamo dell’arte programmata e ancora stentiamo a comprarla”. Interessante è il lavoro presentato dalla Galleria 10 A.M. Art di Milano, nata nel 2009 e specializzata sull’Arte Programmata, dove possiamo ammirare Strutturazione Dinamica del Gruppo N che permise alla RAI la prima trasmissione a colori. L’opera che ha catalizzato lo stand è Dinamica Circolare di Marina Apollonio, che con la sua essenza ludica ha intrattenuto il pubblico, lasciandosi girare innumerevoli volte. Il Direttore Christian Akrivos parla dell’exploit come di “una naturale conseguenza del mondo di oggi che, divenuto pienamente tecnologico, trova in queste opere un’affinità intima quasi naturale”; anche per lui i migliori clienti sono stranieri, così anche in Fiera.

Courtesy 10 AM Art di Milano_ Strutturazione Dinamica del Gruppo N

Courtesy 10 AM Art di Milano_ Strutturazione Dinamica del Gruppo N

La volontà è di rilanciare, per quel che riguarda il mercato dell’arte, quell’esperienza storica e quegli artisti che sembra possano vivere un momento di sorprendente riconsiderazione, come dimostra l’attenzione dei principali musei internazionali: la progettazione di retrospettive al Guggenheim Museum di New York di Dadamaino, Gianni Colombo e Pier Paolo Calzolari; nonché le ultime edizioni londinesi delle Italian Sales, dove solo alcuni mesi fa tre opere della collezione di Giobatta Meneguzzo, Superficie bianca di Castellani, Bianco di Bonalumi e Bianco di Simeti, sono state vendute a prezzi da record alla Sotheby’s di Londra.

Courtesy Bledar Hasko Opere di Dadamaino allo Studio Guastalla Bologna

Courtesy Bledar Hasko Opere di Dadamaino allo Studio Guastalla Bologna

Sembra allora che l’arte programmata, che di quelle Nuove Tendenze è l’espressione italiana, sia destinata a una forte crescita del suo valore economico. Ecco dunque la sfida lanciata da Bologna a tutto il Sistema dell’arte, non solo galleristi e collezionisti, ma soprattutto critici e storici dell’arte: la possibilità, una volta per tutte, di porre serie basi di ricostruzione storiografica per un periodo storico, l’arte programmata, poco conosciuto nella sua complessa geografia artistica (Gruppo N, Gruppo T, Gruppo GRAV, Gruppo Zero, Gruppo Eqipo 57, Gruppo MID, che si riuniranno a partire dal 1961 nella manifestazione Nove Tendencije a Zagabria).

Courtesy MAAB Gallery di Padova, Trame di Biasi

Courtesy MAAB Gallery di Padova, Trame di Biasi

 

Le opere degli artisti programmati ci stavano preparando a questo tempo, all’avvento di un mondo tecno-scientifico, in cui bisognava da un lato aprire tutti i sensi e usarli contemporaneamente, perseguendo la sinestesia e la simultaneità nell’arte, già professata e scoperta dal Futurismo italiano; dall’altro mettevano in crisi l’ipotesi di una realtà precostituita, insegnando così il dubbio, perfino nei confronti della tecnologia, giocando e invertendone i significati per provare addirittura a re-immaginarla. Queste opere rappresentano un periodo di mezzo, in cui si è iniziato a produrre il mondo in cui viviamo oggi, saldamente scientifico e sperimentale: in esse possiamo trovare una certa vicinanza che diventa uno specchio non solo per vezzo o per moda del momento, ma per ricordarci una traccia del tempo in cui la nostra vita non era ancora pianificata, ma spaziosamente programmabile.