Se pensate di aver davvero le idee chiare sulla produzione di Mimmo Jodice e di conoscere a fondo la poetica del fotografo che ormai da anni rappresenta la grande fotografia italiana nel mondo, questa mostra sembra fatta apposta per smentirvi. Attesa, questo il titolo della mostra, è fatta di parentesi, di baratri insondabili, di cortocircuiti spiazzanti posti lungo un percorso di elementi noti e rassicuranti.

Sibari, 2000.

Sibari, 2000.

Non si può dire se sia la grande antologica dedicata a Jodice dal Museo Madre, o il contrario, ovvero che sia il fotografo napoletano a voler far dono al Museo e alla città di questa sua retrospettiva, che inaugura il 23 giugno. Nel corso della conferenza stampa Andrea Viliani, nelle vesti di curatore della mostra oltre che di direttore del Museo Madre, così come Pierpaolo Forte, presidente della Fondazione Donnaregina, e Patrizia Boldoni, presidentessa di Scabec, hanno egregiamente presentato il progetto espositivo, la poetica, il percorso elaborato che si realizza appunto nell’esposizione. Tuttavia, come spesso accade nel trovarsi al cospetto delle opere del maestro, visitando la mostra si intuisce fin dal principio che le parole ascoltate per quanto coerenti, chiare e opportune, non possono esprimere ciò che il fotografo ha reso visibile attraverso i suoi scatti. La sensazione che si percepisce è di trovarsi al centro di una epifania, nel fulcro di un concetto inesprimibile che sembra voler rendere la chiave di comprensione di tutto ciò che ci circonda è sempre la stessa e contemporaneamente sempre diversa.

Alba fucens - 2008

Alba fucens – 2008

I lavori più noti, quelli dedicati all’archeologia, così come i ritratti dalla connotazione pittorica degli anni ’60, costituiscono le coordinate di un percorso espositivo ricco di trabocchetti. Ed è così che senza nemmeno avere la possibilità di ritornare nel mondo reale attraverso il rumore dei tuoi passi (il magistrale allestimento ideato da Lucio Turchetta prevede una moquette grigio perla che attutisce qualsiasi rumore) non ha altra scelta che colare a picco nelle immagini di Mimmo Jodice.

Fotogallery della conferenza stampa a cura di Angelo Marra

Attesa Mimmo Jodice

Attesa, Opera nr.2

E sono proprio le opere della produzione più recenti ad avere i fondali più profondi e nessun punto d’appiglio: il pelo dell’acqua che sovrasta, un posto in prima fila al cospetto del vuoto, nient’altro che una sedia di plastica sulla riva. Il fotografo non dà tregua, nessuna possibilità di risvegliarsi, di svincolarsi da una sorta di energia che scorre ma che è al tempo stesso pura rarefazione. L’ultima produzione in particolare indica un percorso, un concetto percettibile ma inesprimibile a parole. Un dito puntato verso un esito che non è invisibile, ma non per questo meno inesorabile.

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Stromboli 1990

Mimmo Jodice ha 86 anni: in queste foto c’è l’esperienza e la riflessione di una vita, un sunto supremo del concetto di vita, di morte e di come l’una faccia parte dell’altra. Uscendo dalla mostra, scendendo le scale e avviandosi verso l’uscita del Museo Madre si porta con sé la sensazione che Attesa abbia la capacità di cambiare il modo di vedere l’opera del maestro, andare oltre la produzione più nota. Scorgere la possibilità di nuove chiavi di lettura è sempre il più grande regalo che un artista possa fare allo spettatore, perché stimola il desiderio di vedere altro, la fame di altro bianco e nero, di altri mari, di nuovi volti, di nuove angolazioni. Le foto di Mimmo Jodice inducono a una perenne attesa per un’altra bellezza.
Attesa, appunto: il titolo non poteva essere che questo.

info mostra

Attesa. 1960 – 2016

retrospettiva fotografica di Mimmo Jodice

a cura di Andrea Viliani

inaugurazione giovedì 23 giugno ore 19,00

dal 24 giugno al 24 ottobre 2016

Madre – Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina

Via Settembrini 79, Napoli

www.madrenapoli.it

stromboli mimmo jodice

A proposito dell'autore

Project Manager

Alla formazione scientifica (studi in Medicina Veterinaria, prima in Inghilterra e poi in Italia) unisce l'insana passione per l'arte e la letteratura. Dal 2012 collabora con la casa editrice Marchese editore, occupandosi di pubbliche relazioni, promozione e creazione di eventi culturali. Nel 2013 fonda con alcuni collaboratori il blog "About M.E.", legato all'attività della casa editrice ma fin dall'inizio aperto a tutto ciò che è cultura, con particolare attenzione a ciò che succede sul territorio campano. Ama i cappelli, Dostoevskij, e il té delle cinque.