Unexpected beauty: viaggio fotografico nel backstage della mostra di Michele Attianese Alessandra Troiano 17 Marzo 2015 Fotogallery, Multimedia Alessandra Troiano racconta per RACNA il dietro le quinte della mostra Unexpected Beauty di Michele Attianese, allestita negli spazi di Intragallery e visitabile gratuitamente fino al 22 aprile 2015. Accompagna i lavori di Attianese un’anteprima dei progetti di design del giovanissimo Mario Coppola. Quando entri in una galleria in allestimento, hai sempre la sensazione di sbirciare, di guardare dal buco della serratura, come se rubassi un momento, degli attimi che sono solo di chi sta dando vita, con cura e attenzione, alla propria creatura, che così nasce per la seconda volta. E quando poi ad accompagnarti è una macchina fotografica, la sensazione di invadere un territorio sacro, raddoppia. E allora ti metti lontano, scruti e scatti da un angolo, cogliendo movimenti appena percepiti, anche dall’obiettivo; inquadri mani che si muovono, pezzi di spago, forbici, quasi come vivessero di vita propria, angoli semi vuoti, pareti piene a metà… E senti, forse, la parte più vera, quella più viva, in attesa che tutto prenda forma attraverso altri occhi, altri sguardi. Io intanto scatto e la bellezza mi rapisce e mi rende (rende la mia macchina fotografica) un po’ sfacciata, mi fa venir voglia di giocare. I dipinti a olio che mi ritrovo davanti mi sembrano, talvolta, prender vita, li vedo in movimento… e allora, gioco con l’obiettivo e loro si muovono davvero. Per questo piccolo innocente gioco, il loro padre mi perdonerà certamente. E così è tutto pronto. Ora bisogna soltanto aprire le porte e donare l’arte a tutti quelli che, curiosi e desiderosi di guardare, la vorranno afferrare, vorranno far loro questi scorci di periferia, gli edifici incompiuti, gli oggetti ammassati, il metallo, le geometrie, i movimenti. Fotografie scattate senza una macchina fotografica, ecco cosa appaiono ai miei occhi. L’ho percepito subito, ma l’ho capito solo dopo aver guardato davvero e scattato. Gli occhi avidi di bellezza stanno entrando. Prima uno, poi due e tre e poi gruppetti che crescono sempre più. La galleria è piena di voci e occhi e sguardi e sorrisi e commenti compiaciuti. Ed io riprendo a scattare. Adesso rubo sensazioni, mani che indicano, e voci che si sovrappongono. Ma adesso mi sento meno invadente, il territorio sacro è stato violato e l’arte si apre a tutti.