Way of Council: come far ridere gli alberi Giulio Mariotti 12 Giugno 2014 News Alcuni alberi, in Umbria, sono diversi dagli altri: ridono. Margaretha Doderer e i suoi collaboratori devono essersene accorti quando hanno fondato la loro associazione, vicino Passignano sul Trasimeno, perché l’hanno intitolata proprio “Laughing Trees Village”. Le loro radici affondano nel pensiero olistico, il loro tronco si nutre della voglia di cambiare il mondo e i loro rami danno molti frutti; tra questi, una scuola triennale di counseling e un corso annuale per operatori della pace. Ho avuto un assaggio del loro lavoro il 7 e 8 giugno, con l’anticipazione di un seminario tenuto da Leon Berg e Glori R. Zeltzer, che si ripeterà dall’11 al 14 settembre: Way of Council. Way of Council è un metodo di arte relazionale basata sulla mediazione di un oggetto, il talking piece, che i partecipanti si scambiano a turno per prendere la parola e catalizzare l’attenzione. Tutto inizia con la creazione di uno spazio, atto a facilitare l’ascolto reciproco: il sedersi l’uno di fronte all’altro nel caso di un Councildiadico, il cerchio nel caso di un gruppo. Al centro vengono posti una candela e vari talking pieces, che sono generalmente oggetti quotidiani, meglio se affettivamente importanti per i partecipanti; alcuni oggetti si portano dietro un significato simbolico e vengono usati in determinate occasioni, ad esempio una piuma per gli argomenti più delicati. L’artista è solo un facilitatore che assegna dei compiti, e il suo ruolo consiste nel fornire spunti di conversazione o di immaginazione, simili ai Grapefruit di Yoko Ono: istruzioni apparentemente banali, in cui la semplicità va di pari passo con la profondità. Istruzione numero uno: guardare in silenzio, per un tempo indeterminato e uno dopo l’altro, a turno, gli altri membri del cerchio negli occhi. Sostanzialmente The artist is present di Marina Abramovic, meno impegnativo a livello fisico, ma altrettanto commovente. In questo caso non c’è “L’artista”, perché con il talking piece tutti catalizzano l’attenzione a turno e diventano il centro della pièce. Istruzione numero due: parlare di una propria passione o talento a un’altra persona. È difficile comprendere quanto l’utilizzo del talking piece renda la conversazione più sincera e interessante, finché non lo si prova. La persona che lo impugna dà valore a ogni parola, lo appoggia al centro, quando ha finito o quando ha bisogno di prendere una pausa. L’altro può prenderlo per approfondire il discorso e chiarire nodi irrisolti. Il cambiamento principale avviene nel ritmo della conversazione, che rallenta, lasciando ai sentimenti più veri il tempo necessario per affiorare con limpidezza. Il fatto che non ci si possa interrompere, permette a entrambi di ascoltare con più attenzione sia l’altro che sé stessi, e di porre domande più mirate e libere da giudizi. L’altro diventa a tutti gli effetti il proprio specchio, e si riesce più facilmente a sciogliere nodi interiori che impediscono la comprensione reciproca. Istruzione numero tre: esplorare il proprio meccanismo di difesa più usato nel superare una crisi, ricollegandolo a esperienze della propria infanzia o all’ambiente familiare. Gli esercizi e le istruzioni sono numerose, spesso intervallano conversazioni a silenzi o giochi e danze e uniscono tradizioni Dakota, sciamanesimo, psicologia contemporanea e counseling per creare un’arte della relazione applicabile a qualunque rapporto umano, sia di coppia che in famiglia che in ambito lavorativo e addirittura politico e sociale. Non a caso Leon Berg è molto attivo in Israele, dove dal 2001 tiene seminari per sostenere l’associazione no-profit Ma’agal Hakshava (Cerchi di ascolto). L’opera d’arte che risulta da Way of Council è una trama forte e fragile allo stesso tempo, visibile, ma astratta, effimera ed eterna, che rafforza e distende i rapporti tra le persone: è una pace concreta che prende forma lentamente, attraverso piccoli gesti quotidiani come una conversazione o uno sguardo un po’ più nudo del solito, e che proprio grazie alla sua costanza scolpisce terreno fertile per le radici di altri alberi che rideranno.