Giovedì 10 luglio, dopo 35 anni, l’artista napoletano Francesco Clemente (che attualmente vive tra New York e Madras) ritorna a Palazzo Partanna, alla galleria Casamadre, in quelli che furono gli spazi della galleria di Lucio Amelio e dove espose, giovanissimo, in una delle sue prime personali. Foto di Angelo Marra Una gran folla, per l’occasione. Volti noti e non si aggirano tra le opere, catturati dagli scatti continui e curiosi dei fotografi in sala. Difficile anche osservare bene, senza perdersi tra la folla che aumenta ad ogni momento. Tredici bandiere sospese ai due lati della bianca sala, pensate e realizzate in India. Sembra quasi che formino un corridoio sospeso che si attraversa col naso per aria, per osservare il “racconto” che Clemente vuol fare attraverso questi gonfaloni rossi. Due volti in queste bandiere. Due volti che non si guardano ma fanno parte dello stesso corpo. Da un lato figure, talvolta simboliche seppur non astratte, dall’altro aforismi piuttosto enigmatici, ricamati in oro. Si ha la sensazione di voler guardare e riguardare più volte i due lati, che appaiono quasi due opere separate, per poterci trovare un filo immaginario che li leghi e che possa dare la sensazione di un unico. Guarda la fotogallery dell’inaugurazione a cura di Angelo Marra Dualismo e contrapposizione, temi cari a Clemente, ritornano in quest’opera. Mi aspetto che possa nascere un abbraccio tra questi due mondi contrapposti, ma ai miei occhi questa sensazione non arriva. Resta la divisione, restano due corridoi paralleli per ogni lato sospeso. Restano domande lanciate nel vuoto che non trovano risposte dal risvolto di quella che sembrerebbe la stessa medaglia. Parole e pittura, chissà se alla fine si fonderanno… Francesco Clemente, ritratto di Angelo Marra info mostra CASAMADRE – ARTE CONTEMPORANEA La galleria è aperta solo su appuntamento telefono: +39 335 814 95 31 fisso: +39 081 193 60 591 FAX: +39 081 197 088 67 PALAZZO PARTANNA PIAZZA DEI MARTIRI, 58 NAPOLI 80121 info@lacasamadre.it lacasamadre.it Presentazione mostra NEL CORSO DELLA SUA CARRIERA ARTISTICA, FRANCESCO CLEMENTE HA ATTRAVERSATO, SVILUPPATO, ABBANDONATO E POI RIPRESO TEMI, OSSESSIONI, TECNICHE E FORMATI DIVERSI AD INTERVALLI IRREGOLARI CON LʼINCOERENZA DISINVOLTA DI UN MONOLOGO INTERIORE. TUTTAVIA LʼINTERA SUA OPERA NON HA MAI RIPOSTO FIDUCIA NEL GESTO INDIVIDUALE, NELLA VOLONTÀ SINGOLARE O NELLʼESPANSIVITÀ DEL SOGGETTO CREATORE. E SE SI SCOSTA IL VELO ORIENTALE E LʼALONE MISTICHEGGIANTE CHE LA CIRCONDA DA SEMPRE, SI PRESENTA PIUTTOSTO COME UN’ERMENEUTICA DEL LINGUAGGIO DELL’ARTE VISIVA, UNA SORTA DI CONCETTUALISMO MALINCONICO: DA UNA PARTE IL REPERTORIO INFINITO DI FORME E DI STILI DI CUI DISPONE L’ARTISTA (ECLETTISMO O SINCRETISMO), DALL’ALTRA UN MONDO ESTERNO, DA NORD A SUD E DA EST A OVEST, CONCEPITO COME UN GIGANTESCO DEPOSITO PER LʼACCUMULO DI DATI SENSIBILI. IN QUESTO SENSO CLEMENTE È FIGURA TIPICAMENTE POSTMODERNA, PERCHÉ PENSA LA SEPARATEZZA DELL’ARTE DALLA VITA, CIOÈ LA DISTANZA INCOLMABILE E INDICIBILE TRA RAPPRESENTAZIONE ED ESPERIENZA. IL TRIONFO DI BANDIERE, CONCEPITE E REALIZZATE IN INDIA, ANCHE CON LA SAPIENTE COLLABORAZIONE DI ARTIGIANI LOCALI, SEMBRA ORA CELEBRARE LA MATERIA GIOIOSA DEI SEGNI CHE SI ERGONO A MISURA DEL MONDO, MENTRE IL RISVOLTO, LʼALTRA FACCIA DEI VESSILLI, DIPANA FIGURE MENO PRECISE E LE AMBIGUITÀ DI AFORISMI RICAMATI NELLʼORO. ANCORA PITTURA E SCRITTURA, POLARITÀ IRRIDUCIBILI NELLA TRADIZIONE OCCIDENTALE, CHE PERÒ LA MANO DELLʼARTISTA RICUCE PROPRIO NEL GESTO DELLA SEPARAZIONE: NON SI GUARDANO, NON SʼINCROCIANO, MA SI DANNO SENSO E SI SENTONO LʼUNA CON LʼALTRA. COME LA LUCE E LʼOMBRA. SE CʼÈ UN MODO PER DEFINIRE IL FARE ARTE DI CLEMENTE AL DI LÀ DELLE ANTINOMIE FIGURATIVO/ASTRATTO, NARRATIVO/CONCETTUALE LO SI PUÒ TROVARE IN QUELLO CHE MOSTRANO OGGI LE BANDIERE: LA SUA PITTURA È ISCRIZIONE DEL MONDO. NON UNA PRESA, NON UNA PARTECIPAZIONE, MA UN TAGLIO VELOCE SULLA SUPERFICIE, COME UNʼINCRESPATURA CHE SI TOCCA CON MANO MA CHE SI VEDE SOLO DA LONTANO. LʼARTISTA È LO SPETTATORE (QUI MAGARI LO SBANDIERATORE) DI UN EVENTO (DI UNA FESTA, DI UNA CATASTROFE) CHE PERCEPIAMO SOLO QUANDO È ALLEGORIA, CIOÈ QUANDO LʼIMMAGINAZIONE ADERISCE PERFETTAMENTE PERCHÉ SI SEPARA DALLA REALTÀ E LA PRENDE ALLE SPALLE, RISCRIVENDOLA SOTTO FORMA DI IMMAGINI DA LEGGERE E INTERPRETARE CON CURA E SAPIENZA INFINITE. PER DIRLA CON BLUMENBERG O CON DEBORD, IL MONDO INTERO È LO SPETTACOLO DELLA SEPARAZIONE. IN FONDO, UNʼOPERA DʼARTE.