Simona Gavioli ed Alice ZannoniIntervista ad Alice Zannoni. A Bologna SetUp offre un giovane weekend dell’arte Redazione 23 Gennaio 2015 News Racna ospita e rilancia l’intervista di Annamaria Restieri realizzata per GeaArt, periodico di cultura e arti visive, ad Alice Zannoni che, con Simona Gavioli, ha dato vita al progetto culturale SetUp Dal 23 al 25 gennaio, torna SetUp, la manifestazione fieristica dedicata alle realtà emergenti dell’arte contemporanea, organizzata da Alice Zannoni e Simona Gavioli. Si tratta di una piattaforma culturale basata su un format innovativo che accosta all’aspetto commerciale la dimensione culturale. Riconfermata la sede, la storica Autostazione di Bologna che, vista la partecipazione sempre più crescente delle gallerie, amplia il proprio spazio espositivo ad un programma ricco di talk, premi, conferenze e performances con un occhio rivolto allo scenario internazionale. – Un appuntamento fieristico che si svolge in concomitanza alla fiera più nota d’Italia. Come vi confrontate con questa ed in cosa volete differenziarvi? Il rapporto è dialogico se non altro per il fatto che SetUp può esistere nella sua genesi di “collaterale” proprio perché c’è ArteFiera. Dal punto di vista dei contenuti, del format, dell’impostazione, del taglio, dell’umore, SetUp non ha niente a che vedere con la fiera madre. Siamo nati indipendenti e continuiamo a perseguire la strada con autonomia cercando di presentare in anteprima le tendenze, le ricerche, i talenti del futuro. – SetUp si distingue per un assetto consapevole delle realtà emergenti e per una struttura inedita in cui ogni galleria propone il lavoro di un giovane artista supportato da un giovane critico. Quale criterio di selezione avete adottato? Il nostro criterio è la ricerca. Per noi è importante lo sguardo al futuro, il rischio. Uno dei punti di forza di SetUp è quello di valutare progetti curatoriali di giovani curatori under 35 che contemplino la presenza almeno di un artista under 35 all’interno della scuderia della galleria che li ospita o con la quale collaborano. Non ci interessa il passato della galleria ma solo il futuro futuribile che può proporci ed essere interessante per il visitatore che cerca la novità. Durante l’anno, il nostro team curatoriale visita le molte fiere, dalle grandi alle collaterali, cercando di capire cosa sarà il domani. – La scelta stessa del nome indica la volontà di rinnovare il sistema artistico tradizionale attraverso un’operazione di scouting. Quale è stato il progetto che ha attirato maggiormente la vostra attenzione? In termini di progetti delle gallerie non possiamo esporci in quanto siamo parte integrante del comitato di selezione del Premio SetUp, miglior artista e miglior curatore under 35. Crediamo fortemente in un ritorno alla pittura, anche se ormai parlar di pittura significa includere fotografia, scultura e video. All’interno del nuovo SetUp si parlerà di pittura ad olio, ad acrilico, ma anche pitto-scultura, pitto-fotografia, pittura su materiali diversi, in dialogo con la fotografia e altro ancora. – Per questa edizione SetUp esplora il tema della “Terra” nodo centrale dell’imminente Expo 2015. Come verrà affrontata tale tematica? Infatti, per questo abbiamo avuto anche il patrocino dell’Expo. L’esame dell’Expo è stato il fulcro del brainstorming che ci ha condotto a scegliere il tema della terra. La direzione presa è stata quella di andare all’origine di tutto quello che viene abbracciato dal payoff “nutrire il pianeta”: alla base di ogni cosa, anche di ogni pensiero, di ogni poetica, di ogni fare, così come di ogni piatto e opera c’è la terra, che nelle sue forme e identità ha plasmato l’essere. La domanda che su larga scala ci siamo poste è: “può esistere un’esistenza nell’assenza del fondamento?” Il quesito viene ben esplicato dal modo di dire “mancare la terra sotto i piedi”, ovvero quando si spalanca il vuoto e viene a mancare un appoggio, quando mancano le radici. Abbiamo aperto la riflessione su questo interrogativo chiedendo alla cultura di dare le sue risposte, attraverso talk che indagano sui temi della legislazione o economia dell’arte facendo perno sul concetto di “confine”, o con interventi performativi della rassegna curata da SpongeArtecontemporanea, oppure con punti di vista raccontati nella sezione “Art Mise En Place”, un confronto diretto tra pensatori, chef ed esperti alimentari che raccontano il rapporto tra arte e cucina.