Francis Alÿs, impronunciabile fiammingo in cerca di ispirazione, ma anche – fisicamente – di emozioni, mette, spesso, in pericolo se stesso, semplicemente camminando, per tracciare una nuova linea verde, culturale, tra i campi palestinesi e Al Quds, tra persone o con le persone, in contesti urbani, tra auto in sosta e auto quasi ferme nel traffico infernale di Gerusalemme. Il percorso al Madre necessita di una guida che spieghi il frutto di un artista di guerra, uno dei pochi che osi disegnare la realtà e poi renderla onirica attraverso le sue storture sociali e mediatiche. (Real/Unreal – Fotogallery del video di Anna Maria Saviano) Una rivolta personale contro la doppia censura, quella dei talebani in Afghanistan, dove la televisione trasmette solo un segnale policromico a barre (che ossessivamente invade i suoi lavori), e quella occidentale che filtra e trasfigura la complessità, distorcendola a fini di propaganda. Preannunciato e ugualmente censurato, il rullo del film cade nel vuoto precipitando su Kabul, mentre la telecamera ritrae il sorriso del ragazzo che lo arrotolava consapevole della bellezza della realtà, non riproducibile, e del proprio ruolo, in questa nuova realtà elettronica che girerà il mondo, che per lui resta irreale, oltre l’orizzonte. È la scena finale del video Reel-Unreel, (Afghan Projects, 2010-14), ovvero “arrotolare-srotolare” (che gioca sull’assonanza, valido per la lingua inglese, “reale-irreale”), esposto nella sala Re_PUBBLICA MADRE del Museo. Un’esperienza lenta, da gustare stesi su tappeti e cuscini Ikea, ulteriore mediazione culturale, che si duplica nei tappeti annodati al piano superiore con armate, stilizzati acciai di elicotteri, carri e aerei da guerra. Chi sono gli afghani, perennemente in conflitto tra montagne semiaride e capre? Chi siamo noi che ci proponiamo come modello, irreale e non dimostrato, di pace? Il lavoro dell’artista di guerra forse non porta a nulla, come la lastra di ghiaccio trasportata nelle vie di Città del Messico – Paradox of Praxis 1(Sometimes Making Something Leads to Nothing) -, ma la personale di Francis Alÿs vi farà vivere come reale la condizione irreale di simboli e scene coniugate tra loro in piccoli riquadri, dove sarete costretti realmente a guardare, forse, per capire. Guarda la fotogallery esclusiva della mostra curata da Anna Maria Saviano. credits Francis Alÿs Reel-Unreel In collaboration with Julien Devaux and Ajmal Maiwandi Video documentation of an action Photo: Ajmal Maiwandi 2011 info mostra REEL-UNREEL (Afghan Projects, 2010-14) a cura di Andrea Viliani, Eugenio Viola in collaborazione con: Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Varsavia 14 giugno 2014 / 22.09.2014 Orari Lunedì / Sabato 10.00 – 19.30 Domenica 10.00 – 20.00 Martedì chiuso http://www.madrenapoli.it/ Video Approfondimenti Un’intervista all’artista dal canale Youtube Art Patrol Tv per il lavoro The last Clown 1995-2000