Il Carnevale è da sempre la festa del “sotto sopra”, del povero che diventa ricco, dell’infelice che per un giorno può concedersi di fare tutto quello che gli passa per la testa, dell’anziano che torna giovane, del giovane che si maschera da donna, e così all’infinito in una girandola di travestimenti e mutamenti. Ma quanti “carnevali” hanno  ancora questo originario spirito di sovvertimento dello Status quo, quella originaria capacità di beffeggiare l’Autorità, in qualsiasi modo intesa? In Italia forse davvero pochi. Fa un’eccezione quello di Scampia che porta energia e civiltà, gioia e impegno in un quartiere grigio, popolare, che meriterebbe più che una parata carnevalesca o una passerella politica, ma che da 33 anni fa del proprio martedì grasso un simbolo di riscatto e di partecipazione – sono decine e decine le associazione che contribuiscono alla realizzazione dell’evento promosso da Gridas.

RACNA Magazine vi propone questo doppio reportage fotografico firmato da Alessandra Bonolis e Guglielmo Verrienti, i cui scatti vividi e accorati ci restituiscono tutta l’umanità di una festa e di un quartiere da valorizzare e vivere in tutte le sue potenzialità.

Fotogallery di Alessandra Bonolis

 

Fotogallery di Guglielmo Verrienti

A proposito dell'autore

Fotoreporter

C'era una volta una bimba tutta storta, che si immergeva nei colori e aveva il dorso della mano sinistra sempre nero di grafite. Credevano fosse muta. Esprimeva solo con i colori, i fogli e i disegni tutto quello che aveva da dire. Il giorno dei suoi 14 anni ebbe in regalo una piccola fotocamera e da quel momento qualcosa cambiò. Scoprì la velocità con la quale ci si può esprimere con la fotografia: il mondo correva e lei doveva starci dietro! Uscire dalle mura casalinghe per fotografare gli eventi del mondo di fuori, fece nascere in lei un inaspettato piacere nel fare fotogiornalismo. Il liceo artistico finiva e finalmente poteva coronare il suo sogno di laurearsi all'accademia di belle arti di napoli, indirizzo fotografia, cinema e televisione. La bambina mancina continua a tenere la macchina fotografica al contrario, senza più sporcarsi il dorso della mano ma arrivando a fine giornata con una spalla e il polso indolenziti dopo ore intere con la Nikon in spalla.