Il FoMu è una bella scoperta nel panorama culturale di Anversa. Il Museo provinciale di fotografia ospitato nella parte meridionale della moderna città belga, non lontano dal museo di arte contemporanea M HKA, si presenta con una sede su tre livelli ben strutturata, con mostre interessanti e ricca di appuntamenti e – ciò che più non guasta – attenta a far scattare l’engagement con il suo pubblico.

FoMu
Come lo sappiamo? Mentre saliamo le scale che ci conducono dal piano terra al primo piano già vediamo esposte lungo la ringhiera una serie di foto scattate dai visitatori, un concorso ideato per festeggiare i 50 anni del FoMu. Saranno poi loro stessi a votarle con un sistema di like cartacei (dei bollini con il pollice all’insù).
Dopo i Like passiamo all’offerta culturale: attualmente al FoMu ci sono 3 mostre: Jan Rosseel con “Belgian Autum. A confabulated History”, la collettiva My Flat Lande infine Cedric Gerbehaye con “D’entre eux”.
Il primo presenta una storia a tinte fosche del  Belgio di 30 anni fa, che fu sconvolto da una serie di furti, soprattutto nei supermercati, caratterizzati da un’indicibile violenza. Il padre del fotografo Jan Rosseel fu tra le vittime: il gruppo di ladri conosciuti, come Brabant killers, non è mai stato individuato e il lavoro del fotografo, che combina foto dagli archivi della polizia con elementi di fiction, è volto più che altro a rimettere in luce l’inadeguatezza del lavoro degli investigatori, l’incoerenza, i fatti sottaciuti e coperti, gli errori procedurali. Ecco spiegata la confabulated story del titolo della mostra.

Opera di Francis Alys

Opera di Francis Alys

Cambiamo completamente genere nel secondo piano. Un classico della fotografia, i PAESAGGI inquadrati però in una chiave insolita, ovvero quella della percezione interiore di uno scenario naturale. Il focus non è quello che la macchina da presa riprende ma quello che si sente nell’attraversare un territorio, una prospettiva personale di uno scenario naturale. Spiccano alcune opere di grandi artisti quali Francis Alys e Tomas Struth.

La fotografia in bianco e nero è invece la protagonista dell’ultimo piano espositivo con la mostra di Cédric Gerbehaye, dal titolo D’entre eux. Poiché il fotografo è di origine belga si potrebbe pensare che giochi in casa ed invece la sua mostra assume un sapore particolare, poiché Cédric si è sempre dedicato nella sua carriera a reportage all’estero (Congo, Sudan, Medioriente). Per questo motivo il suo obiettivo si interroga, attraverso le lenti che usa, proprio sul concetto di appartenenza ad un luogo. Dopo lo sguardo sui conflitti del mondo, ora Cédric pare ritornare a casa tra le genti che hanno perso la speranza e che vivono nel dolore, azzerando la distanza tra fotografo e soggetto, chiedendo loro di “confondersi” in mezzo ad essi. La mostra D’entre eux è organizzata dal FoMu in collaborazione con Mons Capitale Europea della Cultura 2015.

A proposito dell'autore

Collaboratore

Laurea con lode in Comunicazione con una tesi sui musei d’arte contemporanea_Caso Napoli. Nel 2007 lavora a Liverpool presso il dipartimento di Marketing e Comunicazione dei National Museums. Corso di perfezionamento in Management Culturale presso la Fondazione Fitzcarraldo, Torino. Dal 2007 ad oggi ha collezionato, insieme a Componibile 62, esperienze come curatrice, project manager e organizzatrice di mostre ed eventi culturali in Italia e all’estero. Collabora con Tafter (Economia della cultura). Oltre che all’arte contemporanea, si dedica anche alla moda, CSR, e viaggi. Il Museo è il suo habitat naturale.