S’ispira alla figura del mito di Osiride, la mostra di Enzo Palumbo dal titolo “Del Tuono, del Lampo ed altre Metamorfosi” che si è tenuta al Palazzo delle Arti di Napoli. Il dio acefalo la cui bocca ed energia sono collocate nei piedi, rappresentato nell’opera sculto-pittorica “Globetrotter”, diventa, così, il leitmotiv del progetto espositivo di Enzo Palumbo, attorno al quale dialogano circa quaranta opere pittoriche di varie misure. Guarda la fotogallery dell’inaugurazione a cura di Angelo Marra Le immagini scaturiscono da un approccio dichiaratamente automatico generando suggestioni che attingono dall’immaginario zoomorfico ed antropomorfico. Chimere, fantasmagorie, antropoidi, attinti dalla cultura arcaica, sono i protagonisti di un viaggio evolutivo. Partendo dal Caos primordiale Enzo Palumbo, attraverso il colore riordina e dà forma al suo immaginario, al mondo interiore, iniziando dal divino trasforma i suoi personaggi, dalla forma astratta, fino al divenire protagonisti terreni. Il dio che diventa uomo in terra, l’adolescente che con la propria innata creatività ed espressione diventa adulto e saggio. Enzo Palumbo plasma così il Globetrotter, la divinità terrena, ovvero l’esuberanza tramutata in saggezza, la trasposizione del divino nell’umano. La maggior parte delle opere, senza titolo, si offrono ad un’ampia lettura cercando di non imbrigliare l’immaginario dello sguardo puro ed immediato, escludendo così i filtri razionali. La scommessa che Enzo Palumbo dona al visitatore è un incentivo a misurare le proprie emozioni attraverso l’arte. La pittura, su legno con tecnica mista, esercita il proprio destino verso richiami viscerali ed ancestrali, mettendo in pratica una sorta di “ritorno al rimosso”.