Conversazioni cromatiche – Da Intragallery si racconta Napoli a colori Angelo Marra 31 Gennaio 2015 News Articolo di Angela Mallardo Per la seconda delle cinque Conversazioni cromatiche su Napoli, curate da Benedetta De Falco e realizzata in collaborazione con lo spazio espositivo Intragallery di via Cavallerizza a Chiaia, Pietro Treccagnoli ha saputo trovare le parole giuste per delineare in chiave cromatica il profilo di una città molto incline a farsi raccontare, come fa anche quando scrive su Il Mattino o sul blog l’Arcinapoletano o sulle sue pagine facebook seguite da 6 anni da un nutritissimo gruppo di fedelissimi commentatoti. Perché Pietro Treccagnoli è un virtuoso della parola e un profondo conoscitore di quel carattere tipico e singolare che fa della città di Napoli una città unica e irripetibile. Circondato dalle opere pittoriche di Peter Flaccus in mostra in galleria fino al 31 gennaio e acclamato da un vivace e folto pubblico di estimatori, Pietro Treccagnoli ha scelto la contrapposizione del Rosso con il Grigio parafrasando e omaggiando il Rosso e il Nero di Stendhal, per rappresentare il corpo , l’anima e la mente di una città-cittadinanza complessa e contraddittoria, esplosiva e irrefrenabile, forte di una storia e di una cultura millenaria ma in debito verso il futuro per l’incapacità di ottimizzare le immense risorse umane , materiali e naturali che possiede. E così il giornalista che in trent’anni di professione ha girato il mondo e ha intervistato intellettuali, politici, artisti internazionali, cito a caso Alberto Moravia, Meryl Streep, Woody Allen, Robert De Niro, Bono degli U2, lui che ha scritto e raccontato storie che hanno nutrito la curiosità e la voglia di sapere tipica della “gens napolitana”, della sua Napoli non può che avere una visione sanguigna ed epidermica allo stesso tempo. Non può che dipingere di rosso la passione che la connota . Il rosso insieme al giallo, scelto da Aldo Masullo autore della conversazione che lo ha preceduto, sono i colori del gonfalone istituzionale, ma è anche lo scioglimento del sangue di San Gennaro e di svariati altri santi che compiono un prodigio così radicato nella tradizione, nel culto e nell’immaginario collettivo dei napoletani. Rossa è la lava del Vesuvio che rese fertile i terreni della Campania Felix e nella sua furia distruttiva ha però anche preservato la grandezza di Pompei, e rossa è la tradizione gastronomica legata al pomodoro e al ragù. Rosso è il colore dei palazzi storici perso sotto la patina del grigio-inquinamento, metafora di vitalità e bellezza che stagna sotto un’attualità di decadenza, così come sotto la pelle ci sono organi vitali attraversati e ossigenati dal sangue . E la pelle-superficie di Napoli nell’esperienza del nostro, non è da confondersi con la superficialità, perché nei suoi giri quotidiani nei meandri del tessuto urbano e sociale, Pietro incontra personaggi e storie di incredibile spessore , intriganti e accattivanti come solo a Napoli succede. Ma il grigio che opacizza lo splendore di un futuro possibile, può essere spazzato via solo attraverso la capacità di “vergognarsi – arrossire” della condizione di disimpegno, di stallo, di incuria, di tratti di inciviltà che incombono su una città-cittadinanza alla quale, oggi più che mai, è richiesta una improcrastinabile prova di orgoglio e di impegno sociale. Guarda la fotogallery dell’evento a cura di Angelo Marra