Inventarium di Giovanni Gaggia inaugura lo spazio Canto217 Giovanni Cardone 10 Marzo 2015 News Inaugura con una personale di Giovanni Gaggia, Inventarium a cura di Serena Ribaudo, lo Spazio Canto217 nello storico Palazzo Costantino-Di Napoli a Palermo. La mostra, in esposizione fino al 31 marzo 2015, è stata allestita in collaborazione con la Galleriapiù di Bologna e con il Patrocinio dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo. Si compone di 7 disegni a matita e sangue: il sangue è la cifra artistica di Gaggia, così come il ricamo che domina nell’ottava opera, un arazzo di tre metri con una scritta molto semplice: quello che doveva accadere. L’arazzo è grigio e opalescente, il ricamo è color ruggine, il colore che acquisisce il sangue sublimandosi. Quello che doveva accadere è il rinvenimento della verità sulla strage di Ustica, a cui si è giunti solamente grazie all’intervento di Daria Bonfietti, ex senatrice, e dell’associazione delle famiglie delle vittime, che con la loro forza hanno a lungo combattuto. La nona opera vive dell’interazione col pubblico: 81 stampe numerate e firmate con un numero 9: l’aereo era un DC9, 81 erano le vittime (8+1=9). La strage fu il 27 (2+7=9), 9 sono le opere. Ogni fruitore può portare con sé un numero 9 e lasciare una propria meditazione su di un taccuino. Come dice Serena Ribaudo: “A trentacinque anni dalla Strage di Ustica, Spazio Canto 217 ospita la mostra personale Inventarium di Giovanni Gaggia. Inventarium come inventario ovvero lista, elenco, come “storia di parole e di cose, parole come cose. Prove, testimonianze. Trovate, enumerate, registrate. Sommerse e salvate, archiviate”. È dalle fondamentali pagine del Libro della Memoria che Giovanni Gaggia, la cui ricerca artistica si dispiega in una molteplicità di espressioni, diparte per la strutturazione di questa sua “grammatica della memoria”, generando connessioni di persone, oggetti, pensieri. “Le cose, testimonianze della vita delle persone. Gli oggetti sono tracce. Segni di una presenza. Impronte. Gli utensili, il valore d’uso delle cose”. Gli oggetti del vissuto riemergono prepotentemente per trasfigurare in icone sacre e inattingibili, monumenti alla meditazione sugli umani destini. Le cose della quotidianità perduta – tratteggiate con linea ora dinamica e saettante ora morbidamente effusa – si stagliano immote e solitarie o si connettono e si compenetrano con lievi farfalle, simulacro di labilità e bellezza. La costante presenza ematica, ieri espressione di morte, è ora nella sua suavitas elogio di vita e contemporaneamente grido della coscienza per la sua difesa. La legittimità del segno incide nella resa grafica a voler motivare prepotentemente sofferenze e umani dolori sulla carta o si dipana come raffinato intarsio nel ricamo su tessuto: l’uso del vibrante ductus del disegno rientra nel solco di una tradizione intimamente sentita, ma al contempo declinata alla luce di un’identità assolutamente autonoma, mentre un drappo adamantino e cangiante accoglie l’essenza profonda di una consapevolezza dogmatica e ormai serena. Nello stesso clima di sospensione si inserisce la performance di Giovanni Gaggia, il quale inizia il suo evento poietico e performativo a Palermo per completarlo simbolicamente a Bologna, città da cui è partito il volo della morte: nella Gallleriapiù (Oltredimore) verrà portata a termine l’incompiuta di Gaggia nel giorno del 35° anniversario della Strage. Diremmo quasi un’inversione di rotta dove Palermo diviene il trampolino di lancio della speranza: invece di tragica destinazione di non-arrivo, la città siciliana è luogo di partenza per un’opera che vedrà il suo completamento nella galleria bolognese, diretta da Veronica Veronesi che ha offerto l’ospitalità e la disponibilità alla diffusione di contenuti altri di cui l’arte si fa espressione nel suo significato universale” bio dell’artista Giovanni Gaggia nasce a Pergola (PU) nel 1977 dove attualmente vive e lavora. Nel 2008 fonda Sponge ArteContemporanea assumendone la direzione artistica. L’opera di Giovanni Gaggia è fondamentalmente ricerca d’equilibrio fra azione performativa e disegno. Sono questi i luoghi in cui la sua poetica, sempre e comunque aderente alla fisicità del corpo, è andata definendosi negli anni. In particolare essa si è concentrata sull’immagine del cuore; un cuore anatomico e carnale, protagonista di alcune azioni dal grande impatto emotivo alle quali è seguita una ricerca più delicata, seppur ugualmente potente, evidenziata dalla recente dedizione al ricamo. Identità, ritualità, sacrificio e condivisione sono gli elementi cardine delle performance, tutte caratterizzate da intense interazioni con l’altro. In esse le identità in gioco subiscono contaminazioni reciproche che rimandano a rituali sciamanici ed iniziatici dove a mutare è lo spirito più profondo dell’essere umano. Il contenuto delle azioni ed i richiami al sacrificio possono essere visti, quindi, come metafora di liberazione e come epifania dell’anima. Tra le sue personali si ricordano: 2014 – Centrum Naturae (doppia personale), a cura di Roberto Paci Dalò, Scalone Vanvitelliano / Chiesa della Maddalena, Pesaro. Et Curis (doppia personale), a cura di Loretta Di Tuccio, intervento critico Fabrizio Pizzuto, galleria Rossmut, Roma. 2013 – Sic Dulce Est, a cura di Cristina Petrelli, Palazzo di San Clemente / Archispazio, Firenze. 2012 – Where is your brother? (doppia personale) a cura di Davide Quadrio e Studio Rayuela (Flavia Fiocchi e Francesco Sala) SpongePill-Casa Déclic / Guastalla Pilates, Milano. 2011 – I need you a cura di Claudio Composti, Spazio NovaDea, Ascoli Piceno / Corpo fisico, corpo etereo (doppia personale), a cura di Roberta Ridolfi, Factory – Art gallery, Berlino – Germania. 2008 – Aforismi Simpatetici, a cura di Chiara Canali, Museo dei Bronzi Dorati, Pergola (PU) . 2007 – Di spirito e di Carne, testo critico di Roberta Ridolfi, Factory-Art gallery, Trieste. info mostra Palazzo Costantino Di Napoli via Maqueda 217, Palermo Giovanni Gaggia INVENTARIUM dal 27 febbraio al 31 marzo 2015 apertura Orari da lunedì al sabato dalle 17.00 alle 20.00 e su appuntamento Info: Giacomo Rizzo Serena Ribaudo info@giacomorizzo.it serena.ribaudo@hotmail.it 347 1243787 392 2205819