La Sanità racchiude in sé il senso del non senso che fa di Napoli una città unica al mondo. Strade buie, panni stesi, motorini che sfrecciano, venditori abusivi e immondizia convivono pochi chilometri quadrati con luoghi di una bellezza mozzafiato, come il palazzo dello Spagnuolo, palazzo San Felice, la chiesa di San Vincenzo alla Sanità.
Sacro e profano, ironica blasfemia, insulto a una bellezza a cui sembra non importi di essere ingiuriata, rendono questo quartiere irresistibilmente affascinante; ed è per questo che la sanità attira anche turisti intimoriti, intellettuali e street artist di fama internazionale.

Ph. Assunta D'Urzo

Ph. Assunta D’Urzo

E nel cuore del quartiere Sanità ha sede la Casa dei Cristallini, dell’omonima associazione impegnata nel campo del sociale ed educativo. L’associazione, fra l’altro, si occupa della dispersione scolastica, ospitando nella sua sede i ragazzi del quartiere, figli di lavoratori, facendo in modo che non stiano “miezz ‘a via”. Qui i ragazzi fanno doposcuola, giocano, fanno merenda seguiti da Susy D’Urzo, classe ‘82, fotografa, e Mary Cinque, classe ‘79, pittrice. Insieme hanno concepito un progetto che prende spunto dalla città, dal senso di appartenenza ad essa, dalle tradizioni che si perpetuano e che si trasformano grazie al contatto con gente di altre culture e di altri paesi, prendendo inoltre spunto dalla grande forza aggregativa del cibo, da quanto il mangiar bene sia radicato nel popolo partenopeo, dall’orgoglio che in fondo ogni napoletano prova nel sapere che la propria cucina è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.

Il Palazzo dello Spagnolo è come la pasta con il pomodoro fresco: sono cose che hai tutti i giorni e che dai per scontate. Noi crediamo che l’attenzione per la città, in questo caso particolare per il quartiere Sanità, e per il cibo della nostra tradizione possa crescere insieme, l’una dando forza all’altra e coinvolgere i ragazzi” ci spiega Susy, che per prima è venuta in contatto con la realtà dei Cristallini.

Tutto è iniziato quando fui coinvolta dall’associazione per realizzare doposcuola creativi. Abbiamo iniziato a far disegnare ai bambini il quartiere, le strade, i palazzi. E poi, quasi per caso, abbiamo iniziato ad osservare comunanze fra le forme della città e il cibo. Gli Ziti, un tipo di pasta, tipico e molto utilizzato a Napoli soprattutto con il ragù, sembrano tubi innocenti, elementi così comuni per le strade di un quartiere sempre in perenne risanamento. Ho quindi pensato di lavorare sull’approccio al cibo attraverso il quartiere, attraverso l’analisi delle forme. Da questo concetto è nata Magnà, mostra di fine anno che si è tenuta a San Vincenzo alla Sanità l’anno scorso e che ha raccolto i lavori svolti dai bambini durante l’anno”.

L’entusiasmo dei bambini quindi sembra aver coinvolto Susy, facendole scorgere quali sarebbero potute essere le vere potenzialità del progetto intrapreso. Creare un punto di aggregazione in cui i ragazzi potessero lavorare insieme su temi importanti, quali la valorizzazione e il rispetto del territorio e l’educazione a un’alimentazione corretta, fatta di tutti quegli alimenti che da secoli appartengono alla tradizione partenopea. Un passo avanti verso l’ulteriore definizione e sviluppo di questa “azione sociale” è stato fatto con l’ingresso nel progetto, nella primavera del 2015, di Mary Cinque, artista che da anni lavora sulla città e sull’analisi dell’ambiente metropolitano.

Abbiamo deciso di utilizzare il doposcuola creativo anche come mezzo per educare a una corretta alimentazione, indagare sulle tradizioni e osservare come queste si modifichino. Il contatto e la convivenza con persone provenienti da altri paesi consentono di arricchire le nostre abitudini alimentari: ingredienti e pietanze appartenenti ad altre tradizione culinaria fanno parte della nostra quotidianità, iniziando una trasformazione sociale che passa per la tavola. Nella gastronomia si realizza ciò che accade alla città: la città cambia aprendosi ad altre civiltà e in questo il quartiere della Sanità può essere un esempio essendo fortemente cosmopolita” continua Mary “Durante i miei laboratori disegniamo e prepariamo merende sempre diverse, alcune più note, altre esotiche. Disegniamo gli ingredienti, il processo di preparazione, il loro assemblaggio. I bambini sono estremamente precisi nella preparazione delle pietanze, così come nel ritrarre gli ingredienti. È divertente osservarli scoprire alimenti che non avevano mai visto prima, come è accaduto, ad esempio, con ilpompelmo. E nel caso di alimenti esotici è anche un modo per studiare le culture dei paesi di provenienza.

Attenzione per il proprio territorio tramite la sua conoscenza. Conoscenza del quartiere attraverso il cibo. Il progetto di Mary e Susy è efficace proprio perché semplice.
Il 3 luglio i ragazzi dei Cristallini hanno partecipato al primo incontro di Benvenuti al Rione Sanità, festa di quartiere che si tiene già da diversi anni e che riprende un’antica festa chiamata Festa del Monacone. Durante la manifestazione, a cura di Tutti a Scuola, Casa dei Cristallini, Fondazione Pavesi, Casa del Momento, Centro Tenda, Pianoterra – gruppo Luce, il Grillo Parlante, i ragazzi lavoreranno insieme, dipingendo una tela di 12 metri e, contestualmente, esporranno i lavori prodotti durante l’anno. Sarà un’ulteriore modo per coinvolgerli come collettività, far conoscere il progetto, invitare il quartiere tutto a partecipare”.
Amore per la città e condivisione: tutto questo può farlo la fantasia e un bel piatto di pasta al pomodoro fresco.

Ph. Assunta D'Urzo

Ph. Assunta D’Urzo

info evento

Benvenuti al Rione Sanità – festa del Quartiere Sanità
Arte,teatro,musica, degustazioni eno-gastronomiche per le strade del Rione Sanità
Del 3 al 6 luglio
www.fondazionesangennaro.org

Foto di Susy D’Urzo

A proposito dell'autore

Project Manager

Alla formazione scientifica (studi in Medicina Veterinaria, prima in Inghilterra e poi in Italia) unisce l'insana passione per l'arte e la letteratura. Dal 2012 collabora con la casa editrice Marchese editore, occupandosi di pubbliche relazioni, promozione e creazione di eventi culturali. Nel 2013 fonda con alcuni collaboratori il blog "About M.E.", legato all'attività della casa editrice ma fin dall'inizio aperto a tutto ciò che è cultura, con particolare attenzione a ciò che succede sul territorio campano. Ama i cappelli, Dostoevskij, e il té delle cinque.