Cittadinanza attiva e cultura per la Reggia di Caserta Angelo Marra 23 Ottobre 2014 News La Reggia di Caserta, menzionata nelle prime pagine del nuovo romanzo di Francesco Piccolo, è stata la protagonista assoluta dell’evento che lunedì 20 ottobre nello splendore della Cappella Palatina del Complesso Vanvitelliano ha rappresentato il debutto della neocostituita Associazione Amici della Reggia di Caserta. La presentazione del Libro vincitore dell’ambito Premio Strega 2014, Il desiderio di essere come tutti dello scrittore casertano Francesco Piccolo è stato il primo appuntamento di una programmazione che, attraverso eventi di respiro nazionale e internazionale, intende attuare una valorizzazione partecipata del monumento identitario della città di Caserta, realizzando un brillante esempio di sinergia tra i cittadini e istituzioni. Amici della Reggia di Caserta nasce proprio per sostenere l’attività della Soprintendenza per sperimentare un “modello di funzionamento affinché i privati lavorino con il pubblico per sostenere i Beni che appartengono a tutti; Beni che hanno il valore, al di là del valore estetico, di essere un’occasione per far emergere la parte migliore di una cittadinanza che, se vuole, ora, può intervenire. Senza alibi.” Durante la serata, aperta dal saluto del sovrintendente Fabrizio Vona, sono state consegnate le tessere onorarie di socio a Francesco Piccolo e all’attore Toni Servillo, entrambi casertani. La conversazione con l’autore, affidata al neo rettore dell’Università Federico II di Napoli, Gaetano Manfredi, ha poi dipanato le tematiche del romanzo che può essere considerato “un’autobiografia di una generazione e l’analisi di una classe politica troppo snob per dirsi democratica”. Gli ideali di cittadinanza attiva, di attenzione verso gli emarginati, di un atteggiamento di tolleranza verso le altrui posizioni di pensiero e il rispetto per il valore della “bellezza epica” dei luoghi e delle opere dell’uomo insieme ai fatti di questi ultimi anni, il colera, il terremoto, il caso Leone , la morte di Berlinguer, il caso Moro e la vicenda Craxi, fino all’ascesa di Berlusconi, permeano il romanzo di una visione etica della storia “la distanza che c’è tra l’etica dei principi e l’etica della responsabilità” di weberiana memoria che dovrebbe essere tenuta presente dal mondo politico, da quello giornalistico e da ogni cittadino che abbia a cuore il proprio territorio. Come la superficialità che da elemento negativo diventa un valore, “una forma di saggezza che consente di comprendere le diversità e non ritenerle una linea di demarcazione definitiva”. Articolo di Angela Mallardo, foto di Angelo Marra