Senegal: per una biennale di Arte Africana. Lo posso vedere solo in televisione, posso leggerlo solo sulla rete, lo posso ascoltare solo in radio, ma Dak’Art, la biennale dell’arte del Senegal, ormai oltre la decima edizione, ha superato anche questa volta i propri confini, proiettando un intero continente al centro delle conversazioni della cultura mondiale. In Italia, Philippe Daverio ha dedicato all’evento un ciclo di tre puntate, trasmesse su Rai 5, per narrare il passato, il presente e l’impensabile futuro di un Paese che si erge a caposaldo culturale, includendo con l’arte le tensioni e le passioni, di un continente. Le puntate curate da Daverio ci portano con le telecamere negli spazi immensi della savana,ma anche dei lavori interrotti per la mancanza di tecnologie adeguate o dell’acqua necessarie, e dietro i fenomeni culturali e politici come il Muridismo, una variante riformata e locale dell’Islam, presente anche in Italia, con l’arrivo dei migranti. Foto di Mame-Diarra NIANG OFF: tra censure e polemiche la difficoltà di un’arte contro discriminazioni e omofobia. Ci sono molte lezioni da apprendere dalla realizzazione di un evento come Dak’Art e questi documentari ne sono una prova ulteriore, ma se andare in Senegal è l’unico modo per viverle davvero e farsi contaminare, con quali consapevolezze si tornerà in Italia? Domande che ci si fa mentre i media pongono l’attenzione sulla gravissima censura istituzionale per l’evento collaterale OFF, seguito alla devastazione delle esposizioni contro l’omofobia, di artisti già famosi nel mondo. È un dovere, complicatissimo a causa dei nomi a noi assolutamente alieni, ricordare questi autori. Mame-Diarra Niang, che filma la sepoltura dentro una casa d’arte del corpo di un omosessuale riesumato e cacciato da ogni cimitero dove era già stato sepolto. Foto di Zanele Muholi Il fumetto di Milumbe Haimbe con la supereroina, senegalese e lesbica, assolutamente OFF anche rispetto alla retorica superomistica che continua a mostrare al mondo solo WASP (bianchi, americani, eterosessuali e protestanti). La provocazione sul travestitismo di Kader Attia, che si spinge sopra la linea del Sahara per coniugare le tradizioni religiose permissive ma ipocrite di tutte le epoche, testimoniate da opere antiche che rientrano nel collage con le persone che oggi si travestono o si prostituiscono, perché emarginate. Le più emozionanti: due mostre fotografiche, quella di Andrew Esiebo, che semplicemente mostra i volti innocenti e gli sguardi profondamente umani di tanti ragazzi omosessuali, anche religiosi, o quella di Zanele Muholi, che si spinge oltre, mostrando coppie felici, lesbiche e gay, performances amorose, ma anche i segni del rifiuto e dell’omofobia. Gosts di Kader Attia Eppure in Italia non siamo tanto lontani dal Senegal: da noi il Ministro dell’Istruzione, la Sig.ra Giannini ha CENSURATO per ben TRE VOLTE la presenza di LIBRI nel contesto scolastico, quelli di un famoso autore americano ma anche quelli prodotti a scopo educativo dal centro UNAR contro ogni forma di discriminazione, ed ha ribadito che darà sempre priorità alle ansie delle organizzazioni di genitori, che per ora sono solo omofobe perché le altre non sono riconosciute ufficialmente. E lo stesso è accaduto con collettive d’arte, ogni volta che si pone l’accento su pratiche religiose o sull’omofobia. Note: Immagine di copertina God is at the heart of life in Nigeria di Andrew Esiebo “Religious spaces are found in every nook and cranny in the country.A current wave has is the Pentecostal / Evangelical movements which is believe to be originated from the America. Big gathering often called crusade are organized across the country where huge crowd coming to ignite their faiths and seek spiritual solution to their various social and spiritual problems.These gathering are characterized essentially with praises, praying, trance and an opportunity to boost its finances.God is Alive series examines the dynamic, codes, excessiveness being professed during various Pentecostal gatherings.” Link-o-grafia biennaledakar.org/2014/ Mame-Diarra NIANG Milumbe Haimbe sul sito della Biennale Dak’art Kader Attia sul sito della Saatchi Gallery Andrew Esiebo Zanele Muholi su Africa.org Disclaimer Le immagini e i video presenti in questo articolo sono inserite per esclusive motivazioni di “cronaca”, prese in parte da Internet e valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione, attraverso la pagina Contatti, che provvederà prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate. Photos are taken from websites, RACNA Magazine use it just for journalistic aim. If someone has copyrights on them just Contact to ask to remove it from RACNA Magazine.