La Galleria Andrea Ingenito Contemporary Art si trova nel solito piccolo spazio concesso all’arte in città, dove – a ridosso del “ghetto” di Napoli ed alla rocca di tufo del Monte Echia – all’interno di un cortile, la luce potentissima dei fari ci precipita in un mondo moderno, prosecuzione naturale e privata dell‘esposizione al PAN su Warhol e la Pop-Art (leggi la recensione, guarda il backstage della mostra) organizzata anche dallo stesso Andrea Ingenito, prosecutore materiale del lavoro di Lucio Amelio, che portò a Napoli la Pop-Star a dipingere il jet set napoletano ed esplosivi Vesuvi.

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Sono tutte serigrafie, coloratissime, che ci immergono in un immaginario ormai diventato famoso e comune, tanto da attrarre migliaia di persone ogni volta che il PAN apre le porte gratuitamente. Qui invece, luogo di marketing dell’arte pop che ha sempre avuto – a differenza di altre correnti  – una forte propensione alla commercializzazione, riproducendo se stessa e i propri capolavori in modo semi-industriale – tanto da diventare presto” l’arte di tutti e l’arte per tutti” – troviamo tutta la creatività e la gioia di vivere di un’epoca che appare già storicizzata.

   Guarda la fotogallery del vernissage a cura di Angelo Marra    

I conflitti lontani e il muro che divideva in due il pianeta, creava un mondo semplice e chiaro, come un campo di soli tre fiori giganteschi rossi e gialli, che attraggono subito lo sguardo e il desiderio. Dietro questo muro la Pop-Art ne svela subito altri, quelli della mistificazione culturale, che esclude e omologa, e che oggi attraversiamo nei fumetti improbabili di Lichtenstein, che ancora non hanno ispirato nessun capolavoro cinematografico, o quelli – più politici – di Keith Haring, ormai ridotti ad icone sull’amore, ma qui ancora vivi nella loro protesta che ancora ci appartiene.

Keith Haring

Keith Haring

Alcuni figli di quest’arte, che ha dato vita a fenomeni a metà strada tra creatività e protesta sociale, come la streetart, oggi lavorano a Chiaiano, coinvolti in un progetto che grazie a un Croud Funding, ha permesso di dipingere con alberi e cieli azzurri il ponte della metropolitana di Napoli, per strapparlo all’anonimato e farci immergere di nuovo in una realtà naturale, necessaria, mutevole e mortale, che abbiamo dimenticato ed abbiamo sostituito con l’icona fiorita ed immortale di Andy.

Andrea Ingenito nella sua galleria

Andrea Ingenito nella sua galleria

Non trova soluzione alcuna il conflitto tra razzismi e integrazioni sempre più improbabili, tra comunità che reclamano diritti, senza mai ottenere nulla, in un mondo che insegue la ricchezza attraverso la cementificazione o i calciatori, la teledipendenza o la socialità virtuale, e che invece si nega la cultura e la possibilità di costruire ancora a Napoli collezioni d’arte moderna e magari lo sviluppo necessario dell’arte contemporanea.

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Foto d’epoca e una serie di ricostruzioni e decostruzioni di un altro mito, il giovane Mick Jagger, ci riportano ai momenti della socialità ed al percorso creativo di Andy Warhol, il più celebrato, adorabile nel proprio autoritratto, sempre riconoscibile, come ognuno di questi autori per il tratto deciso e fluido, i contorni doppi e l’uso improvviso di fasce di colore che ci riportano in ambienti neutralizzati dall’acrilico nella realtà dove possiamo ancora vedere e costruire la bellezza.

Info e credits

A pop-ular story of art
opere selezionate dei principali artisti della Pop Art e foto di Bruno del Monaco

opening 6 Giugno ore 19.00
6 Giugno – 19 luglio

La galleria AICA | Andrea Ingenito Contemporary Art inaugura, nei suoi spazi espositivi di Napoli, venerdì 6 giugno alle ore 19.00 A Pop-ular story of art, collaterale della mostra Vetrine di Andy Warhol in corso al Pan (Palazzo delle Arti di Napoli), che a poco più di un mese dall’apertura al pubblico è già stata definita la mostra – evento dell’anno e alla realizzazione della quale la galleria ha contribuito in maniera determinante, con il coordinamento e il reperimento di opere provenienti dalla Fondazione Amelio e da illustri collezionisti.

In mostra circa trenta capolavori dei più rappresentativi artisti della Popular Art come i coloratissimi Flowers, le enigmatiche serigrafie della Marilyn, e le vezzoseGolden shoes di Andy Warhol, gli omini danzanti di Keith Haring, o ancora le fumettistiche riprese d’interno di Roy Lichtenstein.

 

Foto di Angelo Marra

 

 

A proposito dell'autore

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Manlio Converti, psichiatra, blogger, magato dalla cultura e dall'arte come continua innovazione e sperimentazione, come è la vita, nato nel 69, completa i suoi studi professionali col massimo dei voti nel minimo tempo necessario, laureandosi a 23 anni in medicina. Lavora stabilmente presso la Asl Napoli 2 nord, ma soprattutto perora cause civili e sociali, ancorchè in Italia siano finora perse, come i diritti gay, per egoismo, quelli delle donne e dei migranti, per altruismo, quelli dei sofferenti psichici, per dovere professionale, quelli dell'ambiente, per dovere naturale, quelli degli artisti napoletani e della relativa città conurbata, per patriottismo europeo.