Il connubio fra arte e cibo affonda le proprie radici nella storia in relazione soprattutto al concetto di convivialità. Dalla Cena di Emmaus di Caravaggio a La festa di San Nicola di Steen, fino ad arrivare alla Sala di pranzo di Botero, l’arte ha reso omaggio al cibo come esperienza da condividere. Oggi questo legame si è reso ancora più forte, tanto da determinare una vera e propria fusione fra i due concetti: la cucina, concepita come mezzo di espressione personale, strumento attraverso cui conoscere le tradizioni e aprirsi a nuove culture, è divenuta una vera e propria forma d’arte. A questa “idea” si lega l’esperienza di Massimiliano Neri, che, con la sua passione e la conoscenza aquisita nel “Paese del Sol Levante” ha aperto a Napoli, ben 15 anni fa, Kukai, il primo ristorante giapponese del Sud Italia.

illustrazione di Kanō Osanobu Utaiawase

Nel progetto Kukai c’era tutta la passione e la voglia di rendere un pranzo un’esperienza multi-sensoriale legata a un mondo, quello Giapponese, all’epoca inedito a Napoli, oltre che un modo per mettere a disposizione della comunità le esperienze e le conoscenze che solo vivendo i luoghi si acquisiscono. Oggi Sushi e Sashimi sono un po’ ovunque, ma l’idea di conoscenza attraverso il cibo di Neri è sempre un passo avanti. Conclusa l’esperienza Kukai, viene inaugurato IKI, ampliando il suo “ambito di interesse” con la creazione di un luogo in cui si parla di “Asia culinaria” a 360 gradi.

Nel nome di questo nuovo spazio è racchiusa la sua anima e il suo stile. L’ideogramma giapponese Iki significa nascita e vita di qualcosa di bello – racconta Massimiliano Neri – In uno spazio curato nei dettagli vengono serviti piatti della tradizione giapponese accanto a quelli thailandesi, indiani, vietnamiti, cinesi. In un clima di rinnovamento e sperimentazione come questo, cambia completamente anche il modo di vivere lo spazio. Iki darà ai napoletani la possibilità di scoprire e amare il food pairing, la tendenza internazionale dell’abbinamento food e drink; e di frequentare Iki anche solo per l’aperitivo a base di cocktail, giapponesi e non, studiati ad hoc dal barman Gianluca Morziello. E poi c’è l’arte: grazie alla collaborazione con Rosa Francesca Masturzo e Annamaria de Fanis di Intragallery ogni mese Iki ospiterà una mostra diversa, alternando ai grandi nomi quelli di giovani artisti”.
Si ritorna quindi alla convivialità tanto celebrata nella storia dell’arte: l’esperienza culinaria è migliore se condivisa. Insomma, siamo un po’ tutti come I mangiatori di patate di Van Gogh. Anche se alle patate preferiamo un buon Khao Pad e un Martini dry.

Iki Contemporary Jap Asian Cuisine
Via Nardones 103/104
www.ikicuisine.com

A proposito dell'autore

Project Manager

Alla formazione scientifica (studi in Medicina Veterinaria, prima in Inghilterra e poi in Italia) unisce l'insana passione per l'arte e la letteratura. Dal 2012 collabora con la casa editrice Marchese editore, occupandosi di pubbliche relazioni, promozione e creazione di eventi culturali. Nel 2013 fonda con alcuni collaboratori il blog "About M.E.", legato all'attività della casa editrice ma fin dall'inizio aperto a tutto ciò che è cultura, con particolare attenzione a ciò che succede sul territorio campano. Ama i cappelli, Dostoevskij, e il té delle cinque.