Tra natura e sociale, tra concetto e oggetto: l’arte di Giuseppe Rescigno in mostra all’Arcos Angelo Marra 16 Agosto 2017 News Fino al 30 settembre presso il Museo ARCOS ( ARte COntemporanea Sannio) di Benevento si potrà ammirare la mostra Luoghi dell’Identità di Giuseppe Rescigno a cura di Massimo Bignardi e Ferdinando Creta e promossa in collaborazione con il museo FRAC di Baronissi. Articolo di Angela Mallardo. All’inaugurazione dell’11 agosto era presente l’artista insieme ai curatori e al vice presidente della provincia di Benevento Francesco Maria Rubano che ha sottolineato la volontà dell’Ente di sostenere anche la futura programmazione dell’Arcos, tenacemente diretto da Ferdinando Creta. La bellezza degli spazi, del resto, ben si presta a dialogare con le opere di artisti contemporanei, come ha sottolineato Giuseppe Rescigno che ha avuto due stagioni creative, la prima negli anni ’70, concettuale, che trova piena realizzazione e condivisione nelle azioni di riappropriazione urbana programmate dal Gruppo Salerno75, costituito proprio in quell’anno, all’indomani della X Quadriennale d’arte di Roma trovando piena affermazione con gli interventi realizzati nell’ambito del Padiglione italiano della Biennale di Venezia nel 1976 e aderente al Movimento Arte per il Sociale; la seconda, oggettuale, iniziata nel 2011 quando l’artista ha voluto festeggiare i suoi 70 anni con una mostra e con un ritorno alla produzione con una “prospettiva di operatività ambientale che fonda la sua poetica nel rapporto con la natura”. Questa struttura mi ha prima intimorito e poi affascinato – ha esordito Giuseppe Rescigno – e nel collocare le opere ho voluto far cogliere i nessi tra i due periodi che hanno molti punti in comune tranne che nella scelta cromatica: il primo periodo è in bianco e nero; il secondo è a colori. Questa grande mostra dedicata a Giuseppe Rescigno – afferma Ferdinando Creta – ha il carattere di un’antologica che presenta, per la prima volta in area sannita, l’opera di un significativo interprete della stagione dell’impegno che ha caratterizzato il decennio settanta. ARCOS riprende così il dialogo con i protagonisti della scena artistica italiana contemporanea; di una storia lasciata da poco alle nostre spalle ma che ancora oggi fa registrare la sua forte presenza nel dibattito storico-critico. Giuseppe Rescigno non è solo un abile artista la cui fama travalica i confini locali, regionali e nazionali, ma è anche un brillante matematico, un attivista ambientale e un bravissimo formatore universitario dove ha insegnato Metodologia e Tecnica del gioco e dell’animazione. Solo con queste premesse si può comprendere l’importanza delle sue opere in una contemporaneità afflitta dalla complessità imperante e dalla perdita di ogni riferimento identitario. Nel corso di questi ultimi cinque anni – scrive Massimo Bignardi – prendono avvio lavori nei quali l’attenzione di Giuseppe Rescigno torna a spostarsi, con marcato interesse, verso la natura, la sua immaginifica architettura, assunta quale costruzione di un processo che si rinnova ciclicamente. Nascono opere quali Herbarius, De rerum natura, nelle quali l’artista mette in campo sia l’abilità di una manualità che gli consente di gestire più materie e tecniche, dalla terracotta al legno, alla pittura, sia la forte sollecitazione immaginativa che recupera dagli esercizi didattici di riappropriazione del territorio (del proprio habitat) dei primi anni Settanta. Immaginazione ludica che attraverso il gioco diviene modalità di processi di rinnovata conoscenza; in sostanza riparte da quanto Balla e Depero affermano nella chiusa del Manifesto della Ricostruzione futurista dell’universo, del 1915. Fotogallery dell’inaugurazione della mostra a cura di Angelo Marra bio dell’artista Giuseppe Rescigno, Castelluccio Superiore (PZ), 1941, docente di Scienze matematiche nella Scuola media, dal 2000 al 2006 ha insegnato “Metodologia e tecnica del gioco e dell’animazione” presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Salerno. Ha sperimentato nella scuola di base metodi e tecniche dello studio dell’ambiente con esperienze pubblicate in riviste del settore (Riforma della Scuola, Sapere, Le Scienze ecc.) e testi monografici stampati per i tipi della Nuova Italia, Editori Riuniti, Laterza, Cappelli, Valore Scuola. Negli anni Settanta è tra i protagonisti dell’Arte nel sociale con partecipazione a mostre e grandi eventi (Quadriennale di Roma, Biennale di Venezia, Triennale di Milano, Premio Michetti, NRA Shakespeare International, Factotumbook). A partire dal 2011 ha ripreso, dopo una lunga parentesi, l’attività di operatore estetico con la personale La parentesi concettuale, Sant’Apollonia, Salerno; dello stesso anno è la presenza a “CarteContemporanee, esperienze del disegno italiano dal 1943 agli anni Novanta”; nel 2013 cura con Massimo Bignardi la mostra Lo spazio di Taide, Documenti, opere, testimonianze di un laboratorio creativo 1974-1976; è invitato ad “Icona” e,nel 2016, è presente a “Sa.#’70/80. Opere della collezione permanente del Frac”, tutte tenutesi presso il Museo-FRaC di Baronissi. Del 2016 sono le mostre personali Archivi della natura, promossa dal Museo-FRaC di Baronissi riproposta a Colonia presso all’Istituto Italiano di Cultura; “Cittàlimbo Archives”, Museo Madre di Napoli. Di recente è stato invitato alle mostre “Le Stanze del Museo”, tenutasi alla Pinacoteca Provinciale di Salerno lo scorso anno e ad “Interni”, in corso presso la Galleria Nazionale della Puglia a Bitonto. Nello studio d’ambiente in ambito scolastico, particolare interesse ha dedicato a temi storici con ricerche in campo economico e sociale con la pubblicazione di numerosi saggi e opere monografiche. Attualmente collabora con le Università di Salerno e Napoli al progetto “Alle origini di Minerva trionfante” nel cui ambito ha recentemente pubblicato Lo “Stato dell’Arte”. “Le corporazioni di arti e mestieri nel regno di Napoli” nella collana del ministero per i Beni e le Attività Culturali.