Chi non ha sognato almeno una volta di essere parte di un film? Regista, sceneggiatore o attore principale? Non importa, RACNA vi racconta come nasce Lo Stampatore, corto realizzato dai ragazzi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli con la supervisione di due docenti d’eccezione: Cesare Accetta e Stefano Incerti. Il primo giorno – In un caos molto, molto creativo Arrivata in Accademia, per una sorta di psicologia spicciola che in genere crea un filo logico (o illogico) fra quello che penso e quello che faccio, mi dirigo verso il gruppetto più affollato, rumoroso e indaffarato, riunito presso l’ingresso di Via Costantinopoli. Ci ho visto stranamente giusto: ad accogliermi c’è Cesare Accetta, docente di Direzione delle Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, che mi spiega, con la pazienza e la gentilezza che lo contraddistingue, come sarà organizzato il lavoro nel corso della settimana. Cesare dice: Per i ragazzi è una delle poche occasione che hanno per confrontarsi con il mezzo tecnico: Ciò è stato possibile anche grazie alla Panalight-Roma che ci ha prestato una macchina da presa professionale. Il fine è quello di riprodurre, il più fedelmente possibile, le dinamiche che si creano nella realizzazione di un prodotto cinematografico. E’ un passo importante nel percorso formativo degli studenti che, in molti casi per la prima volta, potranno misurarsi con ciò che succede fuori dalle “ovattate” mura di “mamma” Accademia. Ma di come questo progetto abbia avuto origine e della sua utilità ce ne parlerà in seguito Stefano Incerti, docente del corso di cinematografia (ma noi lo ricordiamo soprattutto in quanto regista) e deus ex machina del progetto. Il regista Stefano Incerti – ritratto di Mary Cinque Saliamo di un paio di piani per raggiungere la Pinacoteca, dove sarà battuto il primo ciak della giornata e del film. Tutto è un turbine in movimento: ovunque c’è qualcuno che monta qualcosa, tecnici e ragazzi trasportano strumenti che sembrano le componenti di una navicella spaziale. Alessia dice: E’ stata scelta, discussa e rivista una sceneggiatura, si sono fatti i dovuti sopralluoghi, si sono suddivisi i ragazzi in reparti in base alle loro attitudini e predilezioni. Cercando di dare il meno fastidio possibile, senza tuttavia riuscire a evitarlo totalmente, fra un “sono mortificata” e un altro “non sono stata io”, prendo informazioni sulla trama del film. Lo stampatore, questo il titolo, è la storia silenziosa di un malinconico stampatore e di una enigmatica modella di nudo. Un incontro di sguardi (e non solo) che si dipana fra solitudine e ricordi in un’atmosfera da “sogno o son desto”. I due attori scelti come protagonisti sono Salvatore Cantalupo, attore di teatro, che vanta anche importanti esperienze in ambito cinematografico (chi non lo ricorda nei panni di Pasquale nella celebre Gomorra?) e Dafne Rapuano, giovane attrice di teatro alla sua prima esperienza filmica. Salvatore Cantalupo – Foto di Alessandra Bonolis – allieva dell’Accademia Salvatore dice: Lo stampatore è un uomo solo e malato, che vive nel ricordo di una donna che non c’è più. Ma adesso basta con le chiacchiere. Ognuno al proprio posto: tutto è pronto o almeno sembra esserlo. Sarà una settimana fatta di lavoro estenuante, ramanzine accese e scene ripetute fino alla nausea. Sarà una settimana di immobilità interminabile e applausi scroscianti. Sarà una settimana bella e terribile insieme. Da questo momento in poi non si può più tornare indietro. Questo è il cinema, bellezza. credits Disegni e illustrazioni di Mary Cinque Foto di Andrea Esposito