Intervista ad Artiste Ouvrier, street art da Caen a Napoli Silvia Scardapane 10 Settembre 2015 Artisti, I Protagonisti Nei pressi del Conservatorio di musica San Pietro a Majella di Napoli si trova un piccolo intervento di street art che è tra quelli che più apprezzo del centro antico. Forse mi piace così tanto perché non è visibile facilmente ad occhio nudo ed è coperto in parte anche da un tubo poco spesso: sembra infatti una chiazza, almeno fin quando non si riordinano le idee e si comprende che invece non sono screziature, ma i volti di un uomo e una donna in antico costume. Artiste Ouvrier, Napoli 2012, foto di Raffaele Mastroianni Ho impiegato un po’ di tempo per capire a quale nome corrispondessero le due iniziali apposte sullo stencil, fin quando un giorno non l’ho scoperto: si tratta di Artiste Ouvrier, artista francese del collettivo WCA – Working Class Artists, di cui fanno parte anche gli ormai famosi Jana & JS. Ho contattato Artiste Ouvrier il mese scorso e dopo una fitta corrispondenza sono riuscita a ottenere un po’ di risposte circa il suo lavoro e la sua incursione napoletana. Nel 2012 ho accompagnato una persona ad un congresso scientifico a Napoli e ho scoperto una città magnifica, piena di misteri. Avevo portato con me degli stencil perché sapevo che c’erano bravi street artist. Il caso ha voluto che ne incontrassi uno, Elis, e abbiamo lavorato nel seminterrato di un bar, e dopo anche su un tetto con una bellissima vista sul Vesuvio. A Napoli molti artisti francesi hanno lasciato i loro lavori… Sì, penso subito a Ernest Pignon-Ernest (e quindi alla pittura di Caravaggio) che per primo ha saputo rivelare in chiave modera e urbana la ricchezza evocatrice della storia napoletana. Penso anche a Banksy (anche se non è francese, ndr), che ha deciso di lasciare quello stencil nei pressi della Chiesa dei Girolamini. Napoli è piena di storia e di storie di pittori e architetti: tutto questo è stimolante. Quando ha iniziato a portare la sua arte in strada? Ho iniziato a ritagliare stencil nel 1993, ma è dal 2003 che ho iniziato a portarli in strada, peraltro su invito o almeno, quasi sempre. La prima volta è successo a Parigi. Poi nel 2006 a Berlino (lavori che sono visibili ancora oggi), poi Ambrurgo e Portsmouth in Inghilterra, città gemellata con Caen, dove ho il mio studio. Studio Quali sono i temi a cui si ispira di più? I mie soggetti sono quasi tutti provenienti dalla storia dell’arte, che siano rappresentazioni di divinità indù o opere preraffaellite, opere dei simbolisti o degli impressionisti o dell’arte antica. Mi piace anche lavorare molto con la fotografia, sia con foto scattate liberamente quanto in posa; queste ultime però richiedono un lavoro di preparazione più lungo con i modelli, i costumi, la ricerca della luce giusta. Spesso chiedo di reinterpretare soggetti antichi, come ho fatto con il lavoro di Maria Maddalena. Artiste Ouvrier – In India 2011 In quali progetti è impegnato attualmente? Recentemente sono stato invitato a realizzare un grande lavoro di venticinque metri di lunghezza nella Gare du Nord a Parigi, una delle più grandi stazioni d’Europa, grazie al collettivo QUAI36 che ha ottenuto la convalida del progetto dalla SNCF – Société nationale des chemins de fer français. Adesso sono impegnato nella realizzazione di un teatro delle ombre – ‘’Working Class Faeries’’ -, la cui prima rappresentazione è prevista per il prossimo giugno. Nel 2016 prevedo anche diverse mostre. Gli anni si susseguono velocemente, ma non si somigliano.