Korvo: dai muri alla scultura tra fantasia e allucinazione Silvia Scardapane 25 Marzo 2015 Artisti, I Protagonisti Sono trascorsi un po’ di anni, e non ricordo quanti, da quando vidi per la prima volta delle illustrazioni realizzate da Korvo (Carmine Foschino). Mi piacquero subito, come continuano a piacermi tutt’oggi, perché la creatività e l’abilità di Korvo sono rare e preziose. Davvero in pochi riescono a realizzare figure (come quelle a corredo di questo articolo, ndr) così realistiche per esprimere l’immateriale con medium sempre diversi, compresa la scultura. La storia di Korvo inizia con una bomboletta spray tra le mani, nel 1994. ”Ho sempre dipinto da solo, perché dove abito non c’era (e non c’è) nessuno con cui potessi confrontarmi, per cui ho vissuto questa esperienza in maniera personale. Credo di aver scritto il mio nome non più di un paio di volte; questo è il motivo per il quale non posso definirmi un vero e proprio writer. Da subito, ho sempre preferito i puppets”. Questa intervista è stata diversa dalle altre, perché ho chiesto a Korvo di non rispondere a nessuna domanda, ma di vagare a ruota libera, proprio come fa con le sue immagini. ”Ho sempre prediletto anche altri supporti e tecniche prima dello spray. Quando avevo quattro anni la maestra chiamò più di una volta mia madre a colloquio per mostrarle lavori che avevo realizzato: una pantera rosa composta con la plastilina (molto simile all’originale), ma anche mostri, scheletri, draghi e punte acuminate. Dicono che quando i bambini disegnano oggetti a punta e neri, vuol dire che vivono qualche disagio… ma non si considera la fantasia. La fantasia e il gusto per l’astrazione visiva, proprio come Salvador Dalì (di cui sono un fan) o, ancor prima, Hieronymus Bosch che mi colpì definitivamente tra i banchi di scuola”. Da una parte le allucinazioni artistiche di Bosch, dall’altra il linguaggio hip hop. ”Il linguaggio hip hop, con tutto il suo immaginario, fu una vera svolta negli anni ’90; una spinta a credere nelle proprie capacità e cercare di creare una propria pista, una propria strada verso lo stile. Una strada che è in continuo mutamento, perché nel frattempo gli anni sono passati e per me, dipingere, scolpire o colorare su un muro con degli spray, diventa un pretesto per continuare a vomitare le mie visioni. Visioni che non sono solo malessere, ma anche immagini che ci portano faccia a faccia con la parte più sconosciuta del nostro inconscio, sono visioni oniriche di realtà parallele”. In ogni piega e in ogni curva dei suoi lavori c’è la necessità e la voglia di continuare a creare. ”Solitamente sento il bisogno di creare e scelgo una tecnica, a seconda dell’esigenza o della disponibilità. Poi seguo un flusso continuo. Non amo fare bozzetti preparatori, perché mi sembra di fare la stessa cosa due volte, il mio operato si può definire freestyle.” Una buona occasione per conoscere i suoi lavori sarà la mostra personale organizzata dal Circo dei Tatuatori il prossimo giovedì 26 marzo presso il Volver di Piazza Dante. Durante l’evento l’artista sarà impegnato anche con un live painting. Per approfondire visita la pagina Facebook di Korvo