Intervista a Umberto Lodigiani in arte Koso: graffiti, colori e geometrie, dal muro alla tela Silvia Scardapane 6 Febbraio 2015 Artisti, I Protagonisti Scagli la prima pietra chi non ha mai trascritto ossesivamente il proprio nome (o quello di qualcun altro) su fogli volanti, sul diario scolastico, sul retro dei quaderni. Se non siete stati colti da alcuna pigrizia calligrafica, vi sarà capitato sicuramente più di una volta. Io ci ho provato ripetutamente, dalle elementari al liceo, a dare una forma decente alle lettere che compongono il mio nome, ma le mie bubble letters erano o troppo sgonfie e curve o troppo piccole e corpulente. Forse anche per questo ho sviluppato presto la passione per i graffiti, per TAKI 183 e per Rammelzzee, e poi dopo, di rimando, per i graffiti di Napoli e dintorni. A Bagnoli, una delle tag che potreste leggere più facilmente è proprio quella di un napoletano, Umberto Lodigiani in arte KOSO (o Mr. Koso). Ho avuto modo di parlarci e di chiedergli come e perché ha scelto questa tag. ”L’ho scelta quando ho iniziato ad utilizzare le bombolette nel lontano 1997, molto probabilmente perché mi piacevano le lettere che la compongono. KOSO, come quando non si conosce o non si ricorda il nome di qualcuno. E poi è simpatico e facile da ricordare. Mr. Koso, invece, è un appellativo acquisito tramite conversazioni con amici stranieri”. Ma oggi Koso, mette in mostra anche il suo vero nome (e cognome). ”Quando lavori in un contesto legale non c’è più bisogno di nascondersi dietro uno pseudomino, al contrario c’è la voglia di mettersi in discussione in maniera più personale e professionale”. Ho visto le tele di Umberto Lodigiani qualche settimana fa alla sua prima personale intitolata TRANSLATE ”Traduzioni Letterarie” (curata da Valeria Viscione e visitabile fino al prossimo 1 marzo), negli spazi di V&V Drink Art (a Napoli quartiere Vomero, Via Merliani). ”Questa mostra non è punto di arrivo ma un punto di partenza”, mi ha detto Umberto. Quale messaggio vuoi comunicare con le tue tele? ”I miei lavori sono realizzati con tecnica mista e nascono dalla strada. L’idea è quella di trasferire l’aurea underground e il sapore di strada, dal muro alla tela, quindi trasformare l’elaborato da opera pubblica ad arte privata. È proprio questo uno dei miei obiettivi principali: far provare la sensazione di portarsi a casa un pezzo di muro totalmente reinterpretato. Mi piace molto rielaborare il concetto di lettering su tela riadattando spazi e forme, senza rinunciare alla vivacità dei colori, all’imponenza e alla dinamicità delle geometrie”. Mr. Koso ha collaborato con diversi brand, ha partecipato al progetto di Graffiti Writing della 55° Biennale di Venezia (Back 2 Back To Biennale), ha dipinto a Miami, Los Angeles e New York, ed è socio fondatore dell’associazione Bereshit, una delle prime ACU (Associazione di Creatività Urbana) in Italia (attiva dal 1999). Quali sono i tuoi progetti futuri? ”Al momento continuo a realizzare diversi graffiti durante la settimana su superfici legalmente autorizzate, commissioni private, progetti europei, laboratori di sprayart e, ovviamente, lavoro alle mie tele. Trovo molto stimolanti le collaborazioni con vari artisti e ho da poco ultimato delle tavole realizzate a quattro mani, che ancora devo esporre. Inoltre durante l’anno mi capita spesso di andare a disegnare in vari eventi disseminati per l’Europa. Questa è la strada su cui certamente voglio continuare”. info mostra TRANSLATE ”Traduzioni Letterarie” a cura di Valeria Viscione V&V Drink Art Via Merliani, Napoli fino al prossimo 1 marzo Evento mostra su Facebook: https://www.facebook.com/events/301904333338157/ Linkografia KOSO: Facebook: https://www.facebook.com/koso.graffiti?fref=photo Sito internet: http://www.kosoart.com/