di Ferdinando Tricarico Roma osanna Memling, ospitando la prima significativa rassegna delle sue opere in Italia (in Europa, se si intende al di fuori delle Fiandre). Tutti abbagliati dalla tecnica mostruosa del pittore di Bruges, che fu certamente l’esponente più innovativo e riconosciuto del Rinascimento fiammingo. I suoi contemporanei italiani, che pure furono magistrali interpreti del Cinquecento (tra i quali Leonardo, Giotto, Ghirlandaio), di quel secolo che catapulta l’Occidente nel moderno, ne riconobbero l’originalità e ne furono influenzati. Il progetto espositivo curato da Till Holger Borchert è molto ben strutturato e dettagliato (sono sette le sezioni), ha supporti didattici netti e chiari, e propone quadri giunti da collezioni private e pubbliche di tutto il mondo, ricostruendone con i supporti virtuali altre opere fondamentali e facendo dialogare i lavori dell’autore con gli artisti fiamminghi e gli italiani suoi coevi, ben disegnandone la contiguità e le reciproche influenze espressive. Hans Memling – Trittico di Jan Crabbe Crocifissione con Jan Crabbe (pannello centrale) Olio su tavola, 84,5 x 66 cm Vicenza, Musei Civici – Pinacoteca di Palazzo Chiericati Ne viene fuori la figura di un artista dalla téchne incomparabile, il cui naturalismo è stilisticamente ineccepibile e dalla forte carica innovativa. Aristocratici e banchieri (molti gli italiani) che si incontravano a Bruges, all’epoca cuore finanziario d’Europa, si fecero ritrarre da soli o con i familiari, devoti e austeri, dalla sua pennellata intensa ed elegante, presi di tre quarti con paesaggi naturalistici sullo sfondo e con le mani a suggerire un concetto, veri e propri marchi di fabbrica del fiammingo (ad esempio, l’immagine simbolo della rassegna, Bernardo Bembo, padre del più noto Pietro, ha tra le mani una moneta). Hans Memling – Ritratto d’uomo con una moneta romana Oltre ai ritratti, divennero segno di quel tempo le sue pale devozionali per chiese e cappelle private. Pale nelle quali le raffigurazioni sacre cominciamo ad assumere quella dimensione reale e umana che contraddistinguerà la temperie culturale e religiosa rinascimentale. Un realismo mistico simbolo della devotio moderna che avrà nei secoli successivi varia fortuna a seconda delle riforme e controriforme, ma che segnerà per sempre l’immagine sacra. La passione di Cristo è un’opera chiave della sua pittura di narrazione e quel movimento iconico dei misteri impressiona per la visione “cinematografica”. Col suo fiuto sopraffino seppe comprendere i gusti dei fruitori e assecondarli: divenne ricchissimo, gestendo magistralmente i rapporti col mercato, dalla grande committenza privata (aristocratici e mercanti) a quella pubblica (la corte papale e quelle reali) fino a imporre prodotti artistici di facile consumo per una nuova piccola borghesia (opere devozionali di dimensioni contenute). Hans Memling – Trittico della Vanità terrena e della salvezza divina La bottega si ampliò a tal punto che, per produrre al ritmo delle committenze, moltissime opere vennero realizzate dai collaboratori e solo firmate dal Memling: un assaggio della civiltà dell’immagine che si fonderà sulla rivoluzione della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte e che troverà nella pop art il suo culmine. Siamo di fronte, dunque, a un pittore manager dalle notevolissime capacità tecniche, consapevole che la fama e il denaro si conquistano con le committenze ed i favori dei ricchi e dei potenti, e che, per incrementare un’azienda, ha necessità di sfondare nel mercato di massa con beni d’uso comune, meglio ancora se di carattere “sacro-simbolico”. Schumpeter avrebbe amato molto la “distruzione creatrice” di questo imprenditore dinamico, Michelangelo, invece, disse di lui: “dipinge bene per far piangere le beghine”. Dopo un bel po’ di mostre natalizie banali e allestite male, questa di Memling è interessante e di qualità. A quando alle scuderie del Quirinale un artista null’affatto “imprenditore” e “sacro”? Memling. Rinascimento fiammingo: Videopresentazione della mostra info mostra MEMLING. RINASCIMENTO FIAMMINGO a cura di Till-Holger Borchert 11 ottobre 2014 – 18 gennaio 2015 Scuderie del Quirinale – Roma Biglietti Intero € 12,00 Ridotto € 9,50 Ridotto 7-18 anni € 6 Ingresso gratuito fino ai 6 anni