È con Skèpsis. Alterazioni del tempo, prima personale di Pier Paolo Patti, inaugurata lo scorso 20 novembre, che riprendono le attività dello Spazio Zero11, galleria/laboratorio attiva all’interno del Liceo Artistico de Chirico di Torre Annunziata.
La mostra, a cura di Franco Cipriano, realizzata con la collaborazione di Raffaella Barbato, Luisa D’Auria e il sostegno di Artlante – Studi e iniziative per l’arte contemporanea – e Di.St.Urb – Distretto di studi urbani in tempo di crisi, è per il giovane artista scafatese, di recente vincitore con Janvier della sezione Napoli del “XIV Festival del cortometraggio – ‘O Curt”, l’occasione per presentare assieme ad un inedito lavoro site specific, che dà il titolo alla mostra, alcuni dei momenti più intensi e significativi della sua ricerca, da Occidentale del 2004, ai Noise Painting del 2009 fino a S.O. del 2014.

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Come ebbi già modo di segnalare in occasione della rassegna “Paleocontemporanea”, la ricerca di Patti si distingue per un’espressività violenta, emotivamente ed intellettualmente provocatoria, che trasforma la materia concettuale della sua opera in indagine delle diverse forme di violazione, abuso, sopraffazione e controllo che caratterizzano le società contemporanee.

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Tra queste affiora la religione quale forma dogmatica, che poco spazio lascia al dubbio, all’incertezza, e quindi alla riflessione, al cambiamento. Un totem contro il quale agisce l’ultima opera di Patti, contraddistinta da tonalità più liriche, affioranti da “uno spazio – come lo descrive Cipriano – di alterazione memoriale dell’immagine, che attraversando con decostruzioni topologiche e iconotopiche la sacra scrittura cristiana insorge nel paradosso di un immobilemovimento […] dove si avverte la tensione del cercare, l’apertura del possibile nelle trame della rappresentazione, nelle ‘forme negative’ che indiziano nella scansione della scena un’altra dimensione della narrazione”.

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L’artista ‘apparecchia’ su una poverissima mensa fatta di tavole da costruzione e cavaletti di ferro, un Ultima Cena i cui commensali sono ridotti a ‘fantasmi’, a presenze vibranti che scorrono sulla superficie vetrosa degli schermi, la cui fisicità è affidata al girare continuo di un lettore dvd. Per ogni monitor un apostolo, stretto attorno alla figura di Gesù, nel momento dell’Eucaristia, il dogma per eccellenza, la verità indiscussa e indiscutibile alla base di quel mistero che definiamo fede.

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Al dogma, appunto, l’affermazione dell’assoluto, reagisce evidentemente la personalità, eretica e scettica, dell’artista contemporaneo che preferisce muoversi su traiettorie multiple e infinite.
Non a caso, Patti, infrangendo una tradizione iconografica stratificatasi nei secoli, pone la figura di Giuda in posizione solitaria rispetto al resto del convitto, pronto a compiere la sua missione e a soffrirne in solitudine le conseguenze. Uno schema che coinvolge lo spettatore nel suo muoversi attorno all’installazione e quindi attorno a due diverse possibilità di visione. Alla verità assoluta si contrappone così il dubbio, la domanda, la scelta: su quale lato del desco porsi? Quale storia ascoltare? Quale posizione sostenere? Quella scritta e tramandata dai Vangeli? Oppure quella del traditore, di colui il quale dopo aver mangiato nello stesso piatto di Gesù lo consegnò al suo destino?

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Certamente non si tratta di un desiderio di riscrittura o correzione, quanto di porre l’osservatore dinanzi alla vitalità del dubbio, dell’incertezza, un pò come il Giuda di Jesus Christ Superstar ( la celebre opera rock di recente riproposta all’Arena di Verona) quando interrogando Gesù Cristo gli chiede se è morto come voleva o qualcosa è andato storto, se tutto è andato come credeva o gli è semplicemente sfuggito tutto di mano.

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É in questo spazio che si inserisce l’opera di Patti, in quel tempo sospeso tra l’ineluttabilità del quesito e la possibile assenza di una risposta, facendo dell’opera d’arte – come suggerisce Achille Bonito Oliva una domanda che non è mai interlocutoria bensì si definisce come semplice atto dell’interrogare, reazione scettica, dissoluzione del dogmatismo.

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info mostra

Skèpsis. Alterazioni del tempo, di Pier Paolo Patti

Liceo Artistico de Chirico di Torre Annunziata

La mostra sarà visitabile fino al 15 gennaio 2015

dalle ore 10 alle 14 e di pomeriggio su appuntamento

bio artista

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Pier Paolo Patti, artista autodidatta e professionista della macchina da presa, opera da oltre dieci anni nel settore della produzione audiovisiva e della videoarte. Nel corso della sua carriera, caratterizzata da un evolversi continuo di sperimentazione e ricerca di nuovi linguaggi, ha presentato le sue opere in mostre collettive, teatri e festival di audiovisivi in Italia e all’Estero. Autore di videoinstallazioni, videoclip musicali, cortometraggi, animazioni e performance,  Pier Paolo Patti vanta collaborazioni consolidate con artisti e musicisti di fama internazionale. Oggetto della riflessione personale dell’artista è il dissidio esistenziale: con un’espressione emotivamente ed intellettualmente provocatoria, l’artista trasforma la materia concettuale della sua opera in indagine delle diverse forme di sopraffazione e indottrinamento che caratterizzano le società contemporanee. Nel  2002  fonda insieme a Stefano Cormino il marchio di produzione “Mastofabbro”, sinonimo di realizzazioni indipendenti e di ricerca, con il quale affronta  e sperimenta tutti i possibili linguaggi video, dal cinema d’autore alla videoarte, dal mapping al teatro interattivo. Una solida realtà ormai consolidata su tutto il territorio nazionale. Dal 2012 è impegnato nel progetto Di.St.Urb. (distretto di studi e relazioni urbane/in tempo di crisi) come attivista e co-fondatore. Tra le ultime partecipazioni: “Resurrectio”, Abbazia di Pietro a Ruoti, Bucine – Arezzo; “Paleocontemporanea”, Catacombe di San Gennaro, Napoli; “Proclama”, Galleria Primo Piano, Napoli; “VIII Shiryaevo Biennale of Contemporary Art” in Russia con il progetto Est Memoriale realizzato in collaborazione con Ciro Vitale; “Creatività e nuove tecnologie”, Museo MADRE – Napoli; “LENIN”,  Museo di Pern, Russia; “Die Werte der Gemeinschaft / Il Valore della Comunità”, Stuttgarter Kunstverein e.V., Stoccarda;  “Approdi e Naufragi”, Palazzo Mezzacapo, Maiori. Nel 2014 con il suo ultimo lavoro “Janvier” partecipa allo Storung Festival di Barcellona, New York Indipendent Film Festival e vince tre premi al Cervignano Film Festival oltre a ricevere importanti riconoscimenti di stampa e di pubblico. Pier Paolo Patti è presente in cataloghi d’arte e in saggi sui nuovi linguaggi con testi di: Raffaella Barbato, Franco Cipriano, Dario Marchetti, Marco Alfano, Tiziana Di Caro, Chiara Gelato, Giuseppe Limone, Carla Rossetti, Stefano Taccone, Giacomo Verde.

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A proposito dell'autore

Collaboratore

Diplomato nel 2015 presso la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell'Università di Siena, ha allestito diverse mostre, dedicandole, in particolare agli artisti emergenti del territorio campano, tra queste : “La Défense. Priorità del tempo, necessità dello spazio” (2009); “ Sguardi irrequieti. Nuove tracce del contemporaneo” (2009); Mascherata. 6 Ceramisti emergenti” (2010), “InterRail – Un viaggio nell'immagine” (2012) “Green Dreams” (2012). Tra il 2010 e il 2011 ha curato la rassegna “Aperto” a Minori in Costiera Amalfitana; ha collaborato all’organizzazione di “Immaginare la città” (2012) e di “Videa. Rassegna di video arte al femminile (2008, 2009). Ha collaborato alla realizzazione della prima edizione di “Paleocontemporanea” (2014) e coordinato il primo ciclo di “Arte e Linguaggi”, patrocinato dal Premio Napoli (2015). Collabora con il Museo F.R.A.C. di Baronissi (Sa). Scrive per «geaArt. Periodico di cultura, arti visive, spettacolo e nuove tecnologie creative» e «Sofà. Quadrimestrale dei sensi nell’arte».