S21, la crudeltà senza confini nella fotografia di Roberto Arcangeli Manlio Converti 9 Novembre 2014 News S21, una sigla che attrae turisti in Cambogia per fotografie effimere e superficiali, come ad Auschwitz o Dachau, dove di recente anche i simboli Arbeit Macht Frei sono stati rubati da ossessivi collezionisti. Oppure serve in politica per urlare contro i comunisti, che a Phnom Penh effettivamente mangiavano anche i bambini sulla collina degli alberi velenosi, Tuol Sleng, torturandoli proprio in una scuola. Invece tutti questi nomi esotici ci appartengono, perché sono come un monito contro il ritorno in Europa di movimenti politici estremisti e feroci. Con la stessa determinazione Pol Pot, ispirato dagli esempi europei e dalla rivoluzione culturale cinese, istituisce in Cambogia campi di sterminio con la scientifica volontà di distruggere ogni minimo elemento di umanità e cultura nel nemico. Le fotografie, esposte fino al 21 novembre, sono terribili, perché mostrano come la crudeltà umana possa assumere involontariamente aspetti estetici rilevanti, anche attraverso i volti delle vittime torturate. L’opera di Roberto Arcangeli, nella mostra curata da Nicolas Pascarel, non lascia spazio alla compassione per la storia e la crudeltà umana e ce la restituisce storicamente attraverso emozioni profonde e sincere. info mostra Fino al 21 novembre Pan – Palazzo delle Arti di Napoli S21 – mostra fotografica di Roberto Arcangeli a cura di Nicolas Pascarel