A pochi passi da Napoli nell’intreccio di strade tra Arco Felice e Lago di Lucrino, esiste un luogo magico, noto come Stufe di Nerone. Ignoto è invece lo spazio dedicato all’arte nel lungo corridoio tra la piscina e il bar, alienante per chi si dedica all’elioterapia, ai rituali amorosi o dell’atrosi, ma soprattutto da chi si ‘abbuffa’ di pizze, pasta e supplì, ignorando perfino le preziose verdure proposte, prodotte nella medesima campagna ricca di fonti termali e stufe naturali. Il volgo misero puteolano e napoletano, ancorchè arricchito tanto da pagare i duecento euro dell’abbonamento, si attiene ai nuovi codici, del parlare nella zona del silenzio, lasciare urlanti e sguaiati figli ululanti ovunque, fumare intorno alla piscina e litigare da ipertesi laddove si dovrebbe cercare la calma. L’autore proposto questa settimana ottiene nel suo corridoio quella calma che le sue opere non meritano, sfrontate imitazioni dei post-moderni, originali solo per i titoli e l’uso di oggetti veramente antichi. I codici strappati o le monete bronzee esaltate dal fondo bianco, in stoffa o carta, vengono scannerizzate, letteralmente, con oggetti d’uso comune, come un dvd o un cellulare mediocre di ultima generazione, oppure disposti in modo razionale. La confusione antropica, che abbandona la mostra fotografica di Evan de Vilde, mi ha reso piacevole ammirarli e così ho scelto di parlarne, sperando che incontrandosi il silenzio e gli umani producano frutti migliori, magari grazie a questa recensione. info mostra Personale fotografica di archeorealismo di Evan de Vilde Terme Stufe di Nerone, Pozzuoli (NA) dal 25 Novembre 2013 – al 30 Giugno 2014 “Scanografie di archeorealismo alle Terme”.