Continuano le interviste di RACNA Magazine dedicate alla Street Art, stavolta incontriamo la giovanissima Roberta Garzillo.

Nel mese di maggio mi sono concessa un visita insolita a Casoria, lungo Viale Europa, richiamata da un evento intitolato WONDERLAND – Casoria Street Style, che ha offerto un nuovo momento di condivisione tra cittadini e street artist campani per ricolorare le mura spoglie di una zona industriale dismessa. Tra i tanti partecipanti vi era anche una giovane artista, Roberta Garzillo, cresciuta nel beneventano e laureatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Si intitola Turkana il lavoro realizzato a Casoria, eseguito in bianco nero e reso con sole linee di contorno in grado di restituire una semplificazione dell’immagine che agevola la comunicazione tramite l’essenzialità del segno.

Wonderwall -Turkana

Wonderwall -Turkana / Casoria

Una ricerca, quella del colore, che è compiuta utilizzando acrilici e pennelli, inseguendo un contatto diretto con la materia e il supporto. Street art senza bombolette dunque?

Preferisco essere libera di pasticciare con il colore, trovare da sola una tonalità adatta, piuttosto che averla già bella e fatta. Così facendo posso sfruttare le sgocciolature, le sbavature o le trasparenze, semplicemente usando del colore più o meno diluito. Cerco un segno sporco e opaco, che con le bombolette non riuscirei di certo ad ottenere.

Impegnata anche con altri progetti come Ortika Torret 14 (a Benevento) e Another Paint in The Wall (Eboli), Roberta è entrata in contatto con una forma di rigenerazione urbana che fa della street art l’indiscussa protagonista della riqualificazione. Ma agli occhi di una artista così giovane, come viene valutato l’utilizzo della street art da parte delle Istituzioni?

Credo che la street art, se usata con criterio, sia un mezzo più che valido per la rivalutazione di un’area urbana. Allo stesso tempo penso che sia necessario tener conto della realtà circostante e dell’opinione della gente del posto. A Casoria mi è capitato di ricevere diversi apprezzamenti, per aver realizzato un lavoro non troppo colorato e non troppo pieno.

Padaung - Eboli

Padaung / Eboli

Del resto quando si tratta di street art tutti si trasformano, un po’ troppo frettolosamente, in critici d’arte. Questa è indubbiamente la dimostrazione che l’arte di strada elimina qualsivoglia barriera, e che un muro, al contrario di una cornice, non crea alcuna soggezione. Eppure sono tante le opere di street artist rinvenibili più nelle gallerie che in strada. A tal proposito mi interessava conoscere l’opinione di una artista in erba, che ogni giorno mette alla prova se stessa perché assetata di conoscenza…

Gli street artists che ho conosciuto non hanno pretese e amano profondamente quello che fanno: con una parete a disposizione e un po’ di colori diventano le persone più felici del mondo, quasi ritornano bambini. È una cosa che trovo molto bella, un modo di fare arte libero e sincero. Tuttavia già negli anni ottanta, con Jean-Michel Basquiat e Keith Haring, il mercato dell’arte si interessava alla street art e di certo in un mondo perfetto sarebbe bello se la street art mantenesse le distanze dal potere del denaro e della vendita. Sono invece completamente favorevole all’intervento dei media, che serve a porre finalmente fine al binomio street artist/vandalo, il che lascia a tutti una maggior libertà di azione e meno rischi da correre.

Radici - Ortika-Torret-14 / Benevento

Radici – Ortika-Torret-14 / Benevento

Roberta ha incontrato il mondo del live painting grazie a incontri significativi con il collettivo Ortika, Textures e Maleventum Consortium, fino ad assistere alla nascita e crescita del gruppo Spam di Firenze.

Successivamente, grazie a Luca Scopetti, artista e curatore d’arte pisano, ho avuto modo di partecipare a numerosi live painting che mi hanno aiutata a capire molte cose del mio lavoro, dei soggetti a me cari, di cosa è importante e cosa invece può essere eliminato. Così mi sono velocizzata nell’esecuzione e ho avuto sempre maggior dimestichezza con le grandi dimensioni.

Roberta a Casoria per Wonderwall (foto di Salvatore G. Boccarossa)

Roberta a Casoria per Wonderwall (foto di Salvatore G. Boccarossa)

Roberta mi ha raccontato delle sue esperienze e della sua formazione con grande attenzione e delicatezza, peculiarità che emergono anche dai suoi lavori e che ne caratterizzano di certo la personalità.
Ma Roberta Garzillo è anche disegnatrice e illustratrice e pure in questi campi la scoperta e la ricerca sono alla base della crescita artistica.

Negli ultimi anni ho sperimentato l’incisione su plexiglass, ovvero, per esser più precisi, bulino su plexiglass. Si tratta di una tecnica molto difficile da padroneggiare e spesso il lavoro risulta duro e faticoso. Ciò mi ha portata a generare una serie di errori, all’inizio non voluti, poi man mano ricercati, che hanno fatto nascere delle textures particolari, di semplice riempimento. Un’altra tecnica molto importante nella mia crescita artistica è proprio il collage; credo che sia alla base di tutto il mio fare, anche lì dove è invisibile. Oltre ad usarlo per dei veri e propri collage, lo utilizzo anche per la fase progettuale dei murales.

Inconscio (Bulino su plexiglass)

Inconscio (Bulino su plexiglass)

Un percorso di certo non facile, fatto di continui tentavi e sperimentazioni, ma sono di certo determinazione e caparbietà a fare la differenza. Così Roberta sembra piuttosto decisa anche sulla strada da percorrere in futuro

Mi piacerebbe, prima o poi, riuscire anche a fare dei posters, stampati o fatti a mano. In questi anni ne ho realizzati alcuni, per In Wall We Trust e per Cheap, ma non sono ancora riuscita a portare a termine un progetto interamente mio. Conto di riuscirci nei prossimi mesi.

Tiche (Poster per In Wall we Trust 2013)

Tiche (Poster per In Wall we Trust 2013)

 

 

Per approfondire visita il blog dell’artista:

http://robertagarzillo.blogspot.it/