La mostra “Sos Partenope. 100 artisti per il libro della città”, organizzata da Donatella Gallone e dall’associazione Il Mondo di Suk, col supporto dell’associazione Meridonare, riunisce le opere di ben cento tra gli artisti napoletani più bravi e più prolifici del momento, come Nicca Iovinella, Viviana Rasulo, Carla Viparelli, Rosaria Matarese (protagonista con le sue opere di altre due mostre in corso presso il Museo Arcos di Benevento e la Galleria di Franco Riccardo, qui insieme a Barbara La Ragione) e tra i giovani più interessanti in cerca di visibilità.

La mostra presenta caratteristiche piuttosto insolite. C’è sempre stato uno scopo promozionale o di propaganda all’origine di una commissione artistica. L’ideologia che voleva che venisse fatta “l’arte per il gusto dell’arte” ha rappresentato solo una breve parentesi – non ancora del tutto chiusa – nella sua storia. Consci di ciò, ci siamo abituati presto al fenomeno, invero piuttosto recente, delle esposizioni d’arte realizzate a scopi benefici. Tuttavia l’utilizzo di un’esposizione artistica come leva mediatica per una raccolta fondi a fini commerciali privatistici è ancora un fenomeno poco diffuso nel mondo dell’arte contemporanea, specialmente quella napoletana. Eppure, è proprio questa la ratio della mostra inaugurata il 7 aprile 2017 a Castel dell’Ovo, in varie sale del primo e del poco utilizzato secondo piano, fino a lunedì 17: raccogliere fondi per la pubblicazione in italiano dell’ultima fatica dello scrittore francese Jean-Noël Schifano. Poi, la mostra si sposterà in altra sede.

Forogallery dell’inaugurazione

Il progetto

Jean-Noël Schifano, figlio di padre siciliano, è apprezzato in Francia soprattutto come critico letterario e come traduttore dei classici del secondo Novecento italiano, da Umberto Eco a Leonardo Sciascia ed Elsa Morante, ma conserva da anni un fortissimo legame con l’Italia meridionale e con Napoli, in modo particolare. Direttore dell’Istituto Francese Grenoble dal 1992 al 1998 e cittadino onorario di Napoli dal 1994, ha dedicato alla città partenopea moltissimi scritti tra cui l’oggetto della campagna “SOS Partenope”, la quarta edizione del “Dictionnaire Amoreux de Naples” (Dizionario amoroso di Napoli) sulla cui traduzione sta lavorando Alvio Patierno, docente di letteratura francese all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, con l’assistenza e la collaborazione di Francesca Fichera e Simona Colombo. Il progetto editoriale è portato avanti dalla stessa associazione culturale Il mondo di Su” che si è rivolta alla piattaforma di crowdfunding sociale della Fondazione Banco di Napoli “Meridonare srl” per reperire i fondi necessari. Potete trovare maggiori dettagli sul progetto nella scheda http://www.meridonare.it/progetto/sos-partenope
La raccolta fondi
La mostra è nata per trovare un ulteriore e originale modo per finanziare il progetto. Ognuna delle cento opere esposte, difatti, è in vendita alla cifra simbolica di 200 euro e l’ammontare dell’intero venduto sarà devoluto al finanziamento della pubblicazione. Per rafforzare il valore della donazione però i compratori non potranno scegliere quale opera acquistare, ma si limiteranno a fare il versamento (sul sito di Meridonare o sul “Donamat” della piattaforma che si trova nella caffetteria Marsan di Borgo Orefici) e a conservare la ricevuta fino alla fine dell’esposizione, quando riceveranno una delle opere. Una prospettiva intrigante alla luce del fatto che, con un po’ di fortuna, un collezionista ha l’occasione di accaparrarsi l’opera di artisti come Quintino Scolavino, Carla Viparelli, Rosaria Matarese, Ena Villani o Francesco Verio, i quali generalmente viaggiano su valori di mercato superiori, oppure di investire sul lavoro di giovani di sicuro avvenire, oltre che di fare una buona e generosa azione.

La mostra
L’esposizione in sé è sicuramente godibile. Organizzata da Donatella Gallone, con la collaborazione tecnica dei ragazzi dell’Istituto Palizzi, che hanno curato le grafiche e aiutato nell’allestimento (e verranno coinvolti anche nel progetto grafico del “Dizionario” di Schifano), la mostra è assai densa. Molte sono le opere esposte per ciascuna delle poche sale che il castello ha potuto concedere (a titolo gratuito), ma tale densità non diventa mai un affastellamento caotico e anzi riesce ad avere un ritmo vivace e incalzante, favorito pure da una discreta illuminazione.
Tipologia e qualità delle opere sono molto eterogenee: sono esposti dipinti, sculture, fotografie, installazioni, ma anche opere di alta sartoria artigianale d’antan e i disegni estemporanei dei ragazzi del laboratorio “Assemblaggi creativi, che danno alla kermesse quel tocco di freschezza e naïveté che rende l’esposizione anche più apprezzabile e divertente, per certi aspetti.
È tuttavia possibile trovare opere di pregio artistico molto alto, come le fotografie e i lavori grafici di Marco Monteriso, Viviana Rasulo (in crescita costante negli ultimi anni), Alessandro Minervini, o le realizzazioni di Vittorio Avella, Anna Maria Saviano (i lavori dei quali sono accomunati da un ragguardevole e delicato intimismo nella costruzione luministica delle composizioni), Natalino Zullo, Aldo Zanetti, Mauro Fiore, Anna Pozzuoli, Paolo Viterbini, Giuseppe Pirozzi e tanti altri.